L’orgoglio di essere tornati in campo da protagonisti dopo anni, ma sarebbe più esatto dire tre decenni, di divisioni e della cosiddetta diaspora. Questo è il primo messaggio che traspare ascoltando i rappresentanti locali del Psi. Lo si evince con chiarezza dalle frasi del vicesegretario provinciale socialista di Catanzaro, Domenico Marino, il quale dopo aver festeggiato la vittoria a Cosenza la sera del 5 ottobre scorso accanto al neosindaco Franz Caruso, si sta adesso spendendo insieme ai “compagni” per rafforzare il partito e la coalizione alternativa al centrodestra nel capoluogo.

Accanto a lui, fra gli altri, il “pater familias” Piero Amato e il referente cittadino Gregorio Buccolieri, a cui si deve peraltro un lavoro di ricucitura con il Pd anche in cima ai Tre Colli dov’è nato ormai molti mesi fa il Nuovo Centrosinistra. Fronte che non fa mistero di voler replicare il successo ottenuto in riva al Crati per tornare dopo lungo tempo al vertice di Palazzo De Nobili.

Che nell’ultimo quarto di secolo ha conosciuto il ventennio abramiano, con la parentesi dell’ex An Michele Traversa, e l’unica eccezione a sinistra (definiamola così) guarda caso di un socialista doc: Rosario Olivo. L’auspicio di un’affermazione nasce però, come premesso, dalla scia positiva della città brutia in cui l’unità ha fatto la forza e il risultato ha galvanizzato gli appartenenti a uno schieramento invece arcinoto per i ricorrenti dissidi interni.

«Un brutto retaggio del passato», assicura Marino. Il quale parte da Cosenza per comunicare che la musica è cambiata: «L’exploit dell’amico Franz è meritato e significativo. È il riconoscimento a un professionista prestato alla politica che non ha ammainato il vessillo socialista. Mai. Malgrado le lusinghe venutegli da varie parti.

La sua bravura, però, è stata anche quella di rappresentare diverse anime, a cominciare da quella fondamentale del civismo. E poi mi si consenta di ringraziare il nostro leader Enzo Maraio, che nel cuore dell’estate ha stretto un decisivo patto con il responsabile delle Autonomie territoriali Democrat Francesco Boccia per preparare il terreno.

Davvero in gamba, insomma, il giovane segretario che ha girato l’Italia in lungo e in largo per la campagna elettorale, tracciando un solco importante. Il resto è venuto da sé, frutto delle capacità dei singoli ma anche dell’impegno di una squadra formidabile».

Tenterete allora il bis a Catanzaro?

«Se mi concede una battuta, perché prende a prestito un vecchissimo slogan ma in questo caso basato su una verità assoluta, rispondo che ce lo chiede la gente. Stanca di una città in caduta libera dopo le varie fasi di governo di Sergio Abramo. Al momento, infatti, i servizi essenziali funzionano poco e male; i quartieri versano quasi tutti in una condizione di grave difficoltà, dal centro storico all’area Sud in cui in particolare esistono sacche di forte degrado fino al punto di dar luogo a situazioni potenzialmente molto pericolose; il commercio arranca e del resto non ne parlo altrimenti dovrei continuare quasi all’infinito non sapendo nemmeno quali priorità indicare da quante ce ne sono».

Ma nel capoluogo, malgrado ciò che afferma, finora è andato di… moda il centrodestra.

«È innegabile. Ma è pur vero che dalla parte opposta non si è brillato per compattezza. Ecco perché noi non puntiamo unicamente sul malcontento popolare e sul voto degli scontenti bensì sull’offrire agli elettori un’alternativa autorevole e credibile. Oltreché ampia, con tante forze che remano tutte nella stessa direzione. Ma ogni decisione dovrà passare dai tavoli ufficiali. Niente accordicchi sottobanco, in sostanza».

Numeri alla mano, vi serve però l’appoggio di realtà di peso quali Cambiavento e magari anche del gruppo Dema per iniziare davvero a cullare sogni di gloria, non crede?

«Le ribadisco che l’obiettivo è di includere e non certo di emarginare chiunque condivida un progetto di rilancio del capoluogo. Ma tutto deve passare attraverso il confronto e il ragionamento».

Sì d’accordo, però più si allarga la compagine maggiori sono le probabilità di complicare il delicato passaggio dell’accordo per la candidatura dell’aspirante sindaco. Una scelta mica da ridere per ambire a fare… centro, non trova?

«Certo, è un punto chiave. Ma di nomi ne abbiamo tanti e nessuno. Mi spiego meglio. Al tavolo di cui parlavo poco fa non è ancora arrivata una proposta concreta. Abbiamo comunque per fortuna molte figure di alto profilo al nostro interno. Risorse qualificate a cui possiamo affidare la responsabilità di guidare uno schieramento forte e soprattutto ispirato a principi e valori come ad esempio la trasparenza e la lealtà nei confronti dei cittadini, a cui chiederemo la fiducia ma ai quali dovremo dimostrare di esserne degni».