“Preg.mo Sig. Assessore - si legge nella nota di Lico - consapevole dell’impegno che ci accomuna nell’affrontare quotidianamente le difficoltà di imprese e territori, a cui,  ciascuno di noi nel rispettivo ruolo e nella propria funzione, cerca di garantire risposte e occasioni di crescita e competitività, mi sento di dover anticipare il contatto istituzionale che la Camera di Commercio aveva in programma di avviare a breve con Lei, per riportare dialogo e confronto nell’ambito e nelle sedi naturali, in modo chiaro, diretto e costruttivo, e su quelle che sono le tematiche più vere e pressanti che necessitano, con immediatezza e con senso di responsabilità, di strategie e pianificazioni di sviluppo concertate  e partecipate"

"Rimaniamo stupiti di fronte a prese di posizioni e considerazioni a mezzo stampa, che inspiegabilmente ci coinvolgono su questioni a noi del tutto estranee e in un momento in cui, tra l’altro, diverse e più importanti sono i problemi che ci preoccupano e che più responsabilmente stiamo affrontando cercando di dare il nostro contributo fattivo di conoscenza, esperienza, competenza istituzionale.  Come Ente pubblico territoriale è necessario, se non doveroso, essere interessati alla politica, è con questa che deve fare i conti la nostra azione amministrativa; è naturale seguire i programmi elettorali, ma lo facciamo con equidistanza dai competitori in campo, essendo la nostra attenzione concentrata sui strategie, metodi e proposte in quanto interfaccia di quelle che sono le nostre progettualità, le nostre azioni istituzionali mirate a rimuovere ostacoli e difficoltà e favorire sviluppo e competitività. Per tutto questo troviamo incomprensibile il richiamare o l’invocare controlli atipici sulla Camera di Commercio che non siano quelli, e diversi, da quelli previsti dalla legge e da parte di organismi preposti per quanto di competenza".

"Non sono i controlli che ci preoccupano - continua - Ci preoccupano invece le criticità del territorio quelli che oggi sono l’emergenza lavoro, il disagio del sistema produttivo, la chiusura delle Aziende, la loro difficoltà di accesso al credito, la crescente disoccupazione, soprattutto giovanile; l’innalzamento dei livelli di povertà e di degrado delle famiglie, il clima di diffusa impotenza e apatia che  fanno sentire forte la spinta ad abbandonare  questa terra che rischia di essere depauperata del grande patrimonio di saperi, di capacità e di esperienza che potrebbero essere la sua condizione di rinascita e riscatto. Su queste tematiche il Consiglio camerale si è espresso con analisi e proposte. Siamo preoccupati perché, in un momento di grave difficoltà, si predilige ancora la contrapposizione inutile e sterile rispetto all’aggregazione propositiva e costruttiva, che vorremmo invece prevalesse e sulla quale invece sollecitiamo convergenze per mettere a frutto il valore delle nostre risorse e incentivare economia".