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"Delineare soluzioni ai tanti problemi della città e delle frazioni, portando avanti un progetto chiaro e concreto, discutendolo coi cittadini, le categorie professionali, le associazioni, acquisendo idee e proposte e facendolo condividere dal maggior numero di persone.
E’ solo questo che interessa al Partito Democratico, altri discorsi e annesse polemiche li lasciamo volentieri ad altri che, in tal modo, cercano di nascondere il loro vuoto ideale e progettuale.
Con la candidatura di Antonio Lo Schiavo il Pd ha fatto una scommessa di futuro, perché si è puntato su un ragazzo giovane ma non certo inesperto, assolutamente pronto a guidare la città sulla base della sua competenza, del suo entusiasmo e delle sue idee innovative. E non è certo di poco significato che attorno a lui abbiamo costruito delle compagini in cui numerosi sono i giovani e le donne.
Il discorso che noi intendiamo privilegiare è, ripeto, quello sui problemi, sulle cose da fare. Come ben sanno tutti quei cittadini che, numerosi, lo hanno già incontrato, nella sua campagna elettorale il nostro candidato Lo Schiavo batte sempre su quello che è il suo chiodo fisso: presentare un progetto di città diversa, per dare finalmente alla gente una città realmente a misura d’uomo, con un’adeguata qualità della vita.
Solo per fare qualche esempio: in questi giorni si sente parlare nuovamente di rifiuti che si vanno accumulando, di raccolta differenziata (come dice l’assessore uscente, al quale un sindacalista replica che non è mai partita). E allora ecco l’importanza di ragionare su progetti concreti. A tal proposito come Pd abbiamo puntato al “progetto rifiuti zero”, facendo un convegno con Capannoli, comune toscano che è un esempio a livello internazionale. Abbiamo anche detto cosa pensiamo di fare dell’Italcementi, che per noi può essere il sito per lo stoccaggio del materiale differenziato, dunque una grande isola ecologica.
Il Pd e il suo candidato sindaco stanno parlando, ad esempio, anche di commercio che sta morendo, della necessità di un serio piano commerciale che manca da sempre in questa città, nella quale per via di tale situazione in questo specifico settore si va avanti all’insegna dell’improvvisazione.
Questi, ed altri come questi, sono i discorsi che i cittadini si aspettano da un candidato sindaco che voglia ragionare in termini diversi rispetto al passato. Una rivoluzione copernicana che Antonio Lo Schiavo, giovane non legato al passato ma proiettato verso il futuro, ha introdotto in questa campagna elettorale.
Ai cittadini Lo Schiavo, il Pd e il centrosinistra non promettono la luna, non ipotizzano opere faraoniche ma delineano una griglia di problemi per i quali offrono soluzioni avanzate e sostenibili. Vibo ha bisogno che tutte le persone che hanno a cuore il bene della città si uniscano su un progetto di tal fatta, sul quale siamo pronti a sfidare il centrodestra.
Quelli di Lo Schiavo non sono impegni fumosi, all’insegna della Vibo che fu e che è antistorico pensare di risuscitare. Sono invece impegni concreti, fattibili, per costruire un futuro migliore per la nostra comunità, i nostri giovani soprattutto. Lo Schiavo, il Pd e il centrosinistra, finalmente unito, hanno un grande vantaggio: come hanno dimostrato le recenti visite del presidente Oliverio, sarà più facile risolvere problemi gravi ed annosi avendo al fianco la Regione, ed anche il governo nazionale.
Invitiamo dunque i cittadini a partecipare sempre più numerosi a questi incontri pubblici di Lo Schiavo, a diventare protagonisti della campagna elettorale, avanzando idee e proposte per arricchire i nostri progetti, che sono essi stessi già frutto del confronto con la gente.
Ecco, la cifra ultima di questa campagna elettorale è chiara: c’è chi fa proclami roboanti e intrisi di retorica e chi, come Lo Schiavo, parla invece di cose concrete, fattibili, ecosostenibili. Che verranno avviate e realizzate da una classe dirigente nuova, dinamica e capace di dare speranza a questa città.
E’ appena il caso di ribadire che dietro chi fa i proclami ci sono le stesse persone che, in questi cinque anni, hanno affossato la città, sono quelli che hanno costituito la classe dirigente del centrodestra degli ultimi 20 anni.
La candidatura di Antonio Lo schiavo è invece l’emblema del salto generazionale che il Pd ha compiuto, tanti dirigenti anche di valore hanno fatto un passo dietro proprio per favorire questo ricambio. Dietro Lo Schiavo non c’è nessuno, non ci sono coloro che hanno disamministrato, non ci sono amici a suo tempo beneficiati, non ci sono poteri forti, più o meno scoperti.
I cittadini lo hanno già capito, nonostante i trucchetti per nascondere tutto questo dietro l’immagine, fasulla, di un candidato che si proclama civico, distante dai partiti, ma poi si fa invece sostenere dalle forze di centrodestra quasi al completo".