Un po’ per atteggio, un po’ per voglia di cimentarsi in un’esperienza nuova. Di politico c’è davvero poco nell’esercito di candidati consiglieri registrati nell’Aula 2 del tribunale di Cosenza. Quella dedicata a protocollare le liste elettorali, per intenderci. Nell’ultima tornata alcuni non votarono neppure per se stessi, tanto da raccogliere zero preferenze. Possibile, considerati i numeri di questa, che si replicheranno situazioni tanto imbarazzanti.

Gli aventi diritto al voto nel comune di Cosenza sono 56.830. Coloro i quali hanno depositato la loro candidatura, invece, all’incirca 850. Il numero non è ufficiale perché la commissione circondariale sta esaminando le liste nome per nome. Si esprimerà in serata a margine delle valutazioni del caso e delle eventuali ricusazioni. Dando per buoni tutti gli aspiranti consiglieri, si può affermare che la città ne abbia espresso uno ogni 67 cittadini ammessi alle urne. Il dato è molto singolare e lascerebbe ipotizzare una vivacità politica non indifferente.

Cosa che non è poi così tanto all’ordine del giorno in riva al Crati e al Busento, se non per le attività sociali che quasi sempre esulano dall’alveo delle sigle, più o meno estemporanee, che ogni cinque anni si fiondano al voto. Anzi, apparati e strutture tradizionali percepiscono come fumo negli occhi le denunce a mezzo social delle inadeguatezze della classe dirigente da loro espressa. La composizione delle liste, come da prassi, è stata calibrata più sulla quantità che sulla qualità. La corsa agli scranni di Palazzo dei Bruzi, di conseguenza, vede un vero e proprio battaglione ai nastri di partenza. C'è da capirlo e Totò non aveva dubbi: è la somma che fa il totale. Ed allora chissà se stavolta qualcuno dimenticherà di sbarrare nuovamente il suo nominativo…