Vittorio Scelbo si rivolge al primo cittadino di Bari, presidente nazionale dell'associazione dei Comuni: «Illegittima la nuova convocazione dell'assemblea per il 31 marzo. Pronto a ricorrere al Tar»
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«Dopo il grande caos dell’assemblea congressuale di venerdì scorso, che non è stata nemmeno ufficialmente aperta, ho scritto al presidente di Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari, per chiedere il commissariamento di Anci Calabria, evidenziando una situazione grave e seria per l’associazione calabrese che sta perdendo in autorevolezza e credibilità di fronte all’opinione pubblica. Solo in questo modo si potrà recuperare serenità e, soprattutto, rispetto delle regole».
Questo il commento del sindaco di Marcellinara Vittorio Scerbo, componente del comitato direttivo di Anci Calabria, e candidato alla presidenza contro Marcello Manna nell’ultima assemblea congressuale tenuta a luglio 2021.
«Siamo in una condizione di mancato rispetto delle norme statutarie – ha ammonito il sindaco Vittorio Scerbo. Infatti, leggendo lo statuto è chiaro come il presidente, in caso di assenza o impedimento temporaneo, possa essere sostituto, a tutti gli effetti, solo da un vicepresidente vicario, figura che in Anci Calabria non esiste in quanto il presidente Manna, prima della sua sospensione, non aveva operato tale nomina. Ora anche l’inusuale delega al collega Papasso, che il consiglio regionale dell’associazione ha concesso per la convocazione dell’assemblea congressuale, ha esaurito gli effetti, anche perché, e questo l’ho evidenziato più volte ai componenti dello stesso consiglio, il collega Papasso, come lui ben sa, non è né presidente facente funzioni né tanto meno decano del consiglio, quindi non ha alcuna legittimità a parlare a nome e per conto dell’associazione».
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«Durante l’ultima assemblea nazionale di Anci, che si è tenuta a Bergamo, a pochi giorni dalla sospensione del presidente Manna – ha concluso Scerbo – ho esplicitato il mancato adempimento statutario che prevede le elezioni entro 30 giorni dalla decadenza del presidente. Di mesi ora ne sono passati tre e ne passeranno altri due con il rinvio immotivato al 31 marzo, considerato che nemmeno per quella data ci saranno le condizioni per uno svolgimento sereno dell’assemblea. Per questo – ha concluso il sindaco Vittorio Scerbo – mi riservo di impugnare al Tar la prossima illegittima convocazione dell’assemblea congressuale».