Si voleva fare presto e bene, ma si è fatto male col rischio di non essere in grado di recuperare il tempo perso. Il pasticcio delle ultime ore ha infatti ingrossato il dossier sul sistema idrico su cui Roberto Occhiuto aveva pure puntato forte mettendolo al centro delle linee programmatiche declinate in Consiglio regionale. Nel suo quasi quotidiano punto social sulle vicende calabresi, il capo della giunta, pur mantenendo un certo aplomb ha fatto trasparire la delusione per quanto successo alla nuova “Calabria Acque” nella quale, aveva riposto una fiducia, oggi evidentemente mal ripagata, tanto da doverlo costringere a correre ai ripari.  

In palio ci sono i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, alla Missione 2 Componente 4 individua quattro investimenti e due riforme con lo scopo di “garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l'intero ciclo”. A questo sono riservate complessivamente risorse per 4,38 miliardi di euro: una quota intorno al 51% sarà indirizzata al Mezzogiorno (circa 2,2 miliardi di euro).

L’obiettivo è rafforzare, soprattutto al Sud dove appare più necessario, il processo di industrializzazione del settore, favorendo la costituzione di operatori integrati, pubblici o privati, anche per ridurre il “water service divide” tra Mezzogiorno e Centro-Nord. Insomma migliorare la governance del sistema idrico integrato appare necessario per realizzare gli interventi finanziati attraverso il PNRR, dunque l'obiettivo della costituzione ovunque dei relativi ATO dovrà essere raggiunto entro la metà del 2022.

Il mezzo passo indietro

«Sull'idrico noi dobbiamo avere una società che si occupi sia delle grandi adduzioni sia della rete di distribuzione dell'acqua sia del ciclo integrato – ha detto Occhiuto nel video pubblicato sulla sua pagina facebook - perché stiamo perdendo tante occasioni per ammodernare il nostro sistema idrico anche con fondi del Pnrr e questo la regione non se lo può consentire». 

Vale la pena ricordare che l’intenzione originaria, declinata non appena insediatosi alla Cittadella, che prendeva le mosse dalla certificazione del fallimento del sistema idrico integrato, dovuto oltre che alla inadeguata gestione della Sorical S.p.A., al mancato avvio di un processo di riorganizzazione e di integrazione tra la gestione della grande adduzione e le gestioni delle reti comunali.

La soluzione proposta è un nuovo modello di gestione, trasformando Sorical Spa in una multi-utility controllata dalla Regione Calabria con il coinvolgimento dei Comuni. I servizi che Sorical dovrebbe gestire, oltre alle attività di captazione, adduzione e distribuzione dell'acqua potabile, riguarderanno anche tutte le attività attualmente svolte dai Comuni sia in riferimento al servizio idrico che per la gestione della depurazione compresa la gestione commerciale delle utenze.

Ma lo stato di salute di Sorical, in liquidazione da tempo, appare tutt’altro che gestibile, Occhiuto se ne rende conto e dà il suo assenso all’operazione Acque pubbliche della Calabria. Nella prima decade di gennaio infatti l’Autorità idrica Calabria dà notizia che «con il voto unanime dell'assemblea dei sindaci la Cosenza Acque S.p.A. è divenuta Azienda speciale consortile alla quale è stato dato il nome di Acque Pubbliche della Calabria». Il progetto è ambizioso a dispetto di una struttura che probabilmente non ha i mezzi per portarlo a compimento. «Acque Pubbliche della Calabria, partecipata, ad oggi, dai Soci della ex Cosenza Acque S.p.A. e nella quale dovranno confluire tutti i Comuni della Calabria in fasi successive e rapide - è detto nel comunicato a firma del presidente AiC Marcello Manna - si candida a gestire, a nome e per conto dei Comuni che la detengono, i segmenti del Servizio Idrico Integrato a valle della grande adduzione, condotto da So.Ri.Cal. spa., in attesa che quest'ultima sia resa completamente pubblica, da parte della Regione, così da concludere il processo di creazione dell'Azienda Unica Regionale attraverso la fusione per incorporazione dei due enti». L’entusiasmo di quei giorni diede per acquisito il risultato.

Campanello d’allarme

La vicenda è andata avanti senza troppe domande. Ma nel momento in cui si sono insediate le Commissioni consiliari, si è sentita l’esigenza di audire Cataldo Calabretta, Commissario di Sorical, ormai da un decennio posta in liquidazione, in Commissione di Vigilanza. In evidenza è stato messo lo stato debitorio maturato nei confronti sia della Regione che di Enel. Calabretta in quella sede ha illustrato la strada per rendere totalmente pubblica la Sorical che presuppone l’uscita di scena del privato Veolia, le cui azioni però sono detenute in pegno da una banca estera con sede a Dublino in mano ad un ente governativo tedesco. Per approdare alla Multiutility immaginata da Occhiuto bisognerà acquisire le quote private ed abbattere il debito. In altre parole, la società è paralizzata, e non ha la forza per fare interventi anche perché il socio privato non ha intenzione di ricapitalizzare o intervenire con nuove risorse.

Il flop dell’Autorità idrica

Nel frattempo si è materializzato quanto in molti sospettavano, e cioè il flop dell’operazione Acque pubbliche della Calabria che ha fallito l’obiettivo per cui era nata. Ed a certificarlo è proprio lo stesso Occhiuto che nella sua comunicazione social si sofferma anche sulla perdita di 105 milioni di finanziamento, silurando in sostanza il presidente Manna, regista di tutta l'operazione: «Qualche tempo fa ho detto sì all'assemblea dei sindaci che volevano utilizzare una società da loro costituita, Cosenza Acqua poi chiamata Calabria Acqua, per gestire la distribuzione dell'acqua, ho detto sì - evidenzia il presidente della Regione - perché c'era un bando, React Eu, al quale potevano partecipare solo le Regioni che avevano un soggetto attuatore, altrimenti avremmo perso delle risorse. Sapete com'è andata a finire? Abbiamo perso lo stesso le risorse perché l'Autorità idrica non è riuscita a fare per bene il progetto. È una cosa inaccettabile, anche di questa vicenda - conclude Occhiuto - mi occuperò nei prossimi giorni perché non possiamo perdere risorse». A quanto pare quello che manca è il Piano industriale e la proposta avanzata a gennaio non sembra aver fatto presa su tante amministrazioni.

Occhiuto: «Sto lavorando su Sorical»

«Sto lavorando su Sorical - ha aggiunto Occhiuto, immaginando una via d'uscita meno dolorosa possibile -. C'è una trattativa con il socio privato, questa multinazionale francese alla quale abbiamo chiesto di andare via cedendo tutte le quote a un euro. Ci sono le banche tedesche che hanno pignorato le quote di questa multinazionale che non vorrebbero consentirlo. Ho parlato con le banche tedesche, una riunione piuttosto dura: ho detto loro che entro 15 giorni devono dirci qual è la loro opinione rispetto a questa vicenda perché sull'idrico noi dobbiamo avere una società che si occupi sia delle grandi adduzioni sia della rete di distribuzione dell'acqua sia del ciclo integrato, perché - prosegue il presidente della Regione Calabria - stiamo perdendo tante occasioni per ammodernare il nostro sistema idrico anche con fondi del Pnrr e questo - rimarca il governatore - la regione non se lo può permettere».