Il docente universitario presenta la terza edizione del volume nel quale prende in esame il fenomeno mutevole dell'impegno dei cittadini fuori e dentro le istituzioni
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La Cgil di Cosenza ha ospitato la presentazione della terza edizione del libro La Partecipazione Politica, edito da Il Mulino, scritto da Francesco Raniolo, docente di scienza politica e di politica comparata all’Università della Calabria, nell’ambito di una iniziativa introdotta dal segretario generale Massimiliano Ianni, con la partecipazione, tra gli altri, della deputata pentastellata Anna Laura Orrico, degli esponenti di Controcorrente Carolina Casalnovo e Antonio Tursi, di Mariafrancesca D'Agostino, docente accademica ed espressione di Futuri Urbani, del dirigente sindacale Delio Di Blasi e di Pino Fabiano, direttore Migrantes.
Si tratta di un volume nel quale l’autore compie un’attenta analisi dei motivi alla base della profonda frattura creatasi tra i cittadini-elettori ed i partiti, rappresentata dal grado di astensionismo in costante ascesa in ogni appuntamento con le urne. Le percentuali di partecipazione al voto tuttavia, ha spiegato Raniolo, non sono l'unico indicatore da prendere in considerazione.
Perché se da un lato la disaffezione verso le istituzioni è evidente, ed ha raggiunto livelli drammatici, espressi dalla scarsa affluenza ai seggi nelle occasioni di voto, anche se in linea con altri Paesi europei, dall'altro vi è «una effervescenza – ha detto il docente – manifestata attraverso associazioni, gruppi di interesse, iniziative propositive e di protesta delle comunità. Spesso gli attori politici però, sono sordi rispetto al proliferare di istanze e pure di opportunità provenienti da altri ambienti. Mentre di contro, finiscono spesso con l'assumere provvedimenti deludenti. Certo – ha sostenuto ancora Raniolo - il declino della partecipazione è un problema per la qualità della democrazia e del funzionamento delle istituzioni. Le soluzioni partono tendenzialmente dalla responsabilità dei gruppi dirigenti ma anche dalla voglia di far sentire la propria voce da parte dei cittadini. In questo scenario si hanno quindi speranze per la partecipazione democratica».