L’ex consigliere regionale respinge al mittente le accuse di aver diffuso fake news e punta il dito contro Occhiuto e i commissari
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Mimmo Talarico di Attiva Rende
Mimmo Talarico regala titoli e torna a parlare di una legge «fascista» in riferimento all'iniziativa dei consiglieri regionali di centrodestra sfociata nel referendum di domenica primo dicembre. Dalle 8 alle 21 i residenti di Cosenza, Rende e Castrolibero si diranno favorevoli o meno all'idea di città unica e sceglieranno il nome del nuovo centro di governo. «Ma se dovessero vincere i no a Castrolibero e a Rende - chiede l'ex consigliere regionale - come la metteremmo? Non si potrebbe più procedere a mio avviso contro il volere della popolazione. Esattamente quella che il legislatore deve consultare aprendo le urne».
Il leader di AttivaRende respinge al mittente le accuse di aver diffuso fake news («Nessun membro del Comitato per il No ha mai detto che i lavoratori della Rende Servizi perderanno il lavoro») e giudica inconsistenti le fondamenta su cui si dovrebbe procedere all'unificazione dei tre centri di governo. «Non c'è uno studio di fattibilità che analizzi il futuro, né è possibile dire che le pendenze del Comune di Cosenza non avranno ripercussioni sul nuovo Ente - dice -. Sia chiaro un aspetto: Rende non sarà il Donbass di Occhiuto e i cittadini voteranno no dinanzi a prospettive fumose e piene di incognite».
Tra una stoccata ai commissari di Rende («avrebbero dovuto proferire almeno una parola sull'impulso sottratto ai Consigli comunali») e un commento sulle posizioni di Franz Caruso e Orlandino Greco, Mimmo Talarico si è soffermato con originalità sul termine identità, largamente utilizzato in questa dura campagna referendaria. «Non lo interpreto come si fa a destra erigendo steccati e muri - puntualizza -. Io mi rifaccio ad una corrente di inizio 2000, quella glocal dove è giusto pensare globale in un'azione locale».
«Si discusse di questo perfino a Porte Alegre (all'alba del movimento no global, ndr) - prosegue -. Le tradizioni, gli usi e i costumi che esistono da decenni a Cosenza, Rende e Castrolibero meritano il massimo rispetto che non vedo nella creazione di questa città unica. Dico "questa" perché teoricamente sarei anche favorevole, ma non in questo modo antidemocratico». In apertura di articolo anche tanti altri argomenti, compresa una battuta sul caos che avvolge il Movimento 5 Stelle, nella video intervista completa a Mimmo Talarico.