Il sindaco del capoluogo bruzio si dice pronto a lavorare con Regione, Comuni e Unical, non risparmia una punzecchiatura a Occhiuto e rivela un colloquio in cui si parlò del 2027 come dead line per il processo
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Non vuole essere tirato per la giacca Franz Caruso. Ritiene di aver espresso già in diverse occasioni la propria posizione favorevole sulla città unica Cosenza Rende Castrolibero nonostante il ricorso presentato potesse lasciare pensare il contrario. Nella conferenza stampa di questa mattina, il sindaco ha puntualizzato una serie di questioni che riteneva esaurite e lo ha fatto lanciando una proposta.
«Dal 2 dicembre, qualora vincano i sì al referendum – ha detto – creiamo subito un organismo con Regione, comuni, Unical ed associazioni con esperienza in materia di fusione per consumare fasi che portino poi al comune unico. Per prima cosa servirà strutturare uno Statuto, poi uno studio di fattibilità fatto bene che ci proietti al futuro e non che fotografi solo il presente».
Il nodo della questione resta però sempre lo stesso: il metodo con cui la Regione Calabria ha confezionato la proposta di legge che soltanto nelle prossime settimane sarà integrata con l’emendamento a firma Partito Democratico. Come noto, l’atto posticipa lo scioglimento dei tre centri di governo al 2027. A tal proposito Caruso dà un’anticipazione di ciò che avverrà domani in Consiglio regionale.
Caruso e la città unica Cosenza Rende Castrolibero
«Sarà presentato da Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci (presente in sala, ndr) un altro documento che rafforzerà il concetto di scioglimento e di fusione al primo febbraio 2027 – ha spiegato – . Detto ciò, il tema del 2027 non mi ha appassionato, ma riconosco al gruppo del Pd di aver basato su argomentazioni condivisibili l’emendamento e di aver dato segno di responsabilità».
Caruso a questo punto svela un retroscena. «Caputo e De Francesco mi parlarono di questa data già due anni fa, ma a me interessava il percorso. I ricorsi – sottolinea – derivano dalla scelta di calare la legge dall’alto e dalla mancata condivisione della stessa con i territori e con i consigli comunali. Le istanze sono pertanto una battaglia di difesa e di democrazia: sono favorevole alla città unica, ma non accetto imposizioni. Solo il consiglio comunale può dettarmi la linea – tuona -. La Regione non ha potere di sciogliere i Consigli, ma solo quello di riorganizzare territori».
Le punzecchiature verso Mario e Roberto Occhiuto
«Il mio pensiero è stato sempre chiaro: siamo a favore della realizzazione del Comune unico. Non c’è da rispondere Sì o No, è il percorso dell’amministrazione che ci posiziona – puntualizza ancora Franz Caruso -. Nel 2016 la coalizione di centrosinistra si chiamava Grande Cosenza, una chiara indicazione di quella che era la mia visione a differenza di quella dell’attuale senatore Mario Occhiuto».
Il sindaco ricorda che nel 2021 il riferimento alla città unica era chiaro e che pertanto «non va ceduto a nessuno questo progetto». «L’azione del capoluogo di provincia deve andare oltre Cosenza, Rende e Castrolibero, ma lavorare per l’area vasta metropolitana – ribadisce -. In questa ottica ho detto sì alla metro leggera (bloccata e definanziata prima da Mario e poi da Roberto Occhiuto) e all’ospedale a Vaglio Lise, così da pensare realmente in grande. Chi mi ha preceduto, ha bloccato di fatto il progetto producendo una delibera di Consiglio. Lì dentro c’era scritto che la nuova città si sarebbe dovuta chiamare “Cosenza”, di fatto bloccando ogni discussione».
L’attuale maggioranza ha votato all’unanimità una delibera con cui posiziona Palazzo dei Bruzi sul fronte del sì alla città unica Cosenza Rende e Castrolibero «ma per renderla effettiva bisogna rendersi conto che ci sono tre realtà differenti dal punto di vista amministrativo e finanziario».
«I due anni vanno sfruttati per armonizzare i bilanci che vedono Cosenza in dissesto, Rende in predissesto e Castrolibero non proprio in bonis come si vuol far credere al netto delle polemiche recenti. Pino Iacino – conclude Caruso citando l’ex sindaco deceduto sabato pomeriggio – nel 1975 parlava già di mettere insieme le due potenzialità del territorio: il centro storico di Cosenza e l’Unical».