La Città Metropolitana muove i suoi primi passi. Dopo l’approvazione dello Statuto e l’indicazione dei consiglieri delegati, in pratica la giunta del nuovo Ente, tutto è pronto perché si cominci ad operare sul serio.

 

La Città Metropolitana muove i suoi primi passi. Che situazione avete trovato negli uffici?

«E’ chiaro che da parte nostra c’è un grande entusiasmo, è cosi che ci approcciamo. Le cose da fare sono tante, le idee e le innovazioni ancora di più. D’altra parte è evidente che si tratta di una situazione nuova per tutti, anche per i dirigenti e per i dipendenti. Rispetto alla vecchia Provincia non abbiamo semplicemente cambiato la carta intestata. La Città Metropolitana è un Ente completamente nuovo e diverso. E naturalmente fa riferimento a norme diverse. ?Siamo nel periodo del bilancio, la scadenza è fine marzo ed è un periodo delicato come per tutti gli enti ed anche per noi essendo appena partiti».

 

Quali le principali criticità riscontrate?

«Ci sono due aspetti preminenti sui quali stiamo lavorando. Mi riferisco al manto stradale di diverse arterie di ex competenza provinciale. E poi la grande questione del dissesto idrogeologico. Purtroppo il nostro è un territorio particolarmente sensibile da questo punto di vista. Ogni alluvione rischia di trasformarsi in tragedia e i problemi ovviamente si ripercuotono ad esempio sulla viabilità. Esiste un problema di sicurezza del nostro territorio e stiamo programmando importanti investimenti in questo senso».

 

Quali invece le potenzialità del nuovo Ente?

«La Città Metropolitana è un ente di programmazione, di raccordo e coordinamento tra i comuni. L’obiettivo è quello di costruire una visione d’insieme, un progetto di sviluppo armonico che tenga insieme le istanze delle diverse aree omogenee che costituiscono la nostra Città Metropolitana. Il lavoro è tanto ma i presupposti sono ottimi, abbiamo studiato tanto negli ultimi due anni, nei confronti continui con i territori, con gli amministratori, con le associazioni. Presto daremo anche i dettagli dei primi interventi».

 

Adesso che la state vedendo applicata sulla vostra pelle la legge istitutiva ha punti in cui andrebbe cambiata?

«La legge Delrio è sicuramente un passo in avanti importante per il nostro Paese, soprattutto perché ha avuto il merito di portare a termine una riforma degli Enti locali che era attesa da tempo. Certo, come abbiamo già detto, esistono delle lacune, da migliorare. Stiamo trovando difficoltà ad esempio sulle questioni sulle quali sono già incorse le altre Città Metropolitane istituite prima della nostra. ?Il fatto ad esempio che solo alcune funzioni siano previste espressamente per legge, mentre le altre debbano essere delegate dalla regione è secondo me errato. Si corre il rischio di avere tra le diverse Città Metropolitane competenze e funzioni totalmente diverse e questa trattativa tra due enti locali rischia di rallentare i processi di sviluppo dei territori. ?Va detto però che la nostra interlocuzione con la Regione è frequente e che i primi di marzo è fissata una apposita riunione sul punto per arrivare quanto prima alla legge sul riparto delle funzioni».

 

Le priorità per il primo anno di vita.

«Provo a dirlo in poche parole: strade, edilizia scolastica, interventi contro il dissesto idrogeologico. Però certo è chiaro che molto dipenderà dalle funzioni che acquisiremo. Occorre fare gli investimenti giusti per consentire alla nostra economia di sviluppare in alcuni settori chiave, penso ad esempio al turismo ed all’agricoltura. Sul nostro territorio esiste una grande questione occupazionale sulla quale dobbiamo riflettere. Penso ai tanti giovani disoccupati che sono costretti ad andar via, togliendo le migliori risorse al futuro di questa terra. Dobbiamo invertire questa tendenza anche se siamo coscienti che non basterà un anno e neanche due. Quello che possiamo fare però è gettare i presupposti per modificare l’attuale condizione di depressione sociale».

 

Come funziona il coordinamento con gli altri sindaci che compongono il Consiglio?

«Sono davvero soddisfatto di questo. Il coordinamento fino ad oggi è stato armonioso e proficuo. Sulla questione dello Statuto ad esempio siamo riusciti a fare un ottimo lavoro. Un testo condiviso, partecipato, preciso. Ovviamente fare ?il consigliere metropolitano e magari anche con delega è un compito ancora più arduo per chi ha l'onore e l'onere di essere sindaco in uno dei 97 comuni della Città Metropolitana, ma il lavoro che stiamo portando avanti è alimentato da uno spirito di grande sinergia istituzionale».

 

L’avvio della Città avviene in piena crisi politica nazionale. Il governo Renzi è caduto e quello Gentiloni traballa. A piazza Italia che clima si respira? Come sono i rapporti con il governo nazionale?

«I rapporti sono ottimi, il nostro biglietto da visita è il lavoro già portato avanti dal sindaco Falcomatà in questi primi due anni alla guida del Comune capoluogo. A Roma sanno benissimo chi siamo, cosa abbiamo fatto, cosa stiamo facendo, cosa vogliamo fare. In questi mesi di attività le opportunità per il nostro territorio sono state tantissime. Giusto per fare qualche esempio il Patto per Reggio Calabria, che abbiamo gestito già da Città Metropolitana, anche se non eravamo ancora ufficialmente insediata e poi il Pon Metro. Sono strumenti che danno un po’ il segno della grande credibilità riacquistata dal nostro territorio dopo anni in cui si respirava una sorta di aria da embargo. Reggio era una città dalla quale tenersi alla larga. Oggi il Governo e i singoli Ministeri ci guardano con grande simpatia e rispetto. E non credo sia solo una questione di colore politico “amico”. E’ un fatto di credibilità, quello che abbiamo ce lo siamo meritato».

 

Il raccordo con il primo cittadino dovrà essere continuo. I doppi ruoli rischiano di indebolire le singole funzioni?

«No credo di no, anzi immagino che in questo modo saremo in grado di semplificare i processi. Il fatto che il sindaco, nella sua doppia funzione, abbia la possibilità di conoscere perfettamente la macchina burocratica del comune capoluogo ed al contempo gestire la cabina di regia della programmazione dello sviluppo territoriale della Città Metropolitana rappresenta una grande opportunità. Così come il nostro ruolo, di consiglieri metropolitani, soprattutto quelli delegati, è arricchito dal fatto che ognuno di noi, da amministratore del proprio comune, conosce perfettamente le necessità e le istanze del territorio. La Città Metropolitana nasce come Città di Città. Ed in questo senso i doppi ruoli hanno una funzione strategica».

 

Riccardo Tripepi