«Non posso astenermi dall’esprimere vivo compiacimento per il segnale di apertura e per l’attenzione che il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione On. Marianna Madia ha dimostrato verso le istanze dei parlamentari che, con estrema convinzione e con riferimento al processo di riorganizzazione degli Uffici territoriali del Governo, hanno chiesto che i provvedimenti riguardanti le Prefetture abbiano come punto di riferimento non solo le linee guida del Viminale, ma anche e sopratutto i principi della “riforma Madia” che abbiamo votato in Aula e dai quali, ne siamo certi, possono scaturire provvedimenti più razionali, capaci di coniugare l’esigenza di riordino della pubblica amministrazione con soluzioni più funzionali per quei territori, quale ad esempio quello della provincia di Vibo Valentia, caratterizzati da note e annose complessità».

 

E’ quanto afferma il Deputato del PD Bruno Censore a margine del tavolo con il Governo, promosso dai parlamentari espressione dei territori delle 23 Prefetture a rischio chiusura che si è tenuto presso il Ministero della Pubblica Amministrazione alla presenza del responsabile del dicastero, il Ministro Madia.

 

«Durante l’incontro odierno, coordinato dalla parlamentare del Partito Democratico Caterina Pes, cui va tutto il mio apprezzamento per il lavoro svolto, è emersa l’assoluta convergenza col Ministro Madia sulla necessità di una riorganizzazione della macchina amministrativa che garantisca efficienza e qualità. La logica ragionieristica – aggiunge il Deputato del PD - non può essere il solo principio ispiratore di un provvedimento; siamo convinti che si possano ricercare altre voci di risparmio senza sopprimere presidi imprescindibili per uno Stato più efficiente e vicino ai propri cittadini. Inoltre – conclude Bruno Censore – questa mattina assieme al Ministro Madia abbiamo concordato un nuovo incontro, alla quale sarà presente anche il Ministro Alfano, con cui cercheremo una soluzione largamente condivisa, nella convinzione che la disarticolazione dell’architettura dello Stato non possa prescindere da un’attenta e scrupolosa analisi delle problematiche presenti nei vari territori e, in particolare, in determinate aree geografiche estremamente complesse e disagiate».