La Calabria del post-Covid deve fare i conti con una moltitudine di problematiche soprattutto economiche. La crisi derivante dai lunghi mesi di lockdown si cumula alla crisi di una politica che negli anni non ha saputo valorizzare le risorse della Regione, ma ha ben saputo rimpinguare le proprie tasche.

Le battaglie sulla “casta” e sui costi della politica di questi anni in Calabria hanno attecchito ben poco, nonostante vi sia più di un politico che si vanta di aver dimezzato le indennità dei consiglieri grazie alla legge regionale 1 del 2013. Una balla spaziale.

Gattopardi

La realtà è che l’aforisma gattopardiano “cambiare tutto per non cambiare niente” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella politica calabrese diventa un dogma, soprattutto quando si parla degli stipendi dei politici. Oggi un consigliere regionale calabrese prende un terzo in più di un consigliere regionale del Piemonte e, addirittura, più di un consigliere regionale della Lombardia.

Passato che non passa

In passato i nostri consiglieri regionali, in riferimento al loro stipendio, erano equiparati ai Parlamentari. La legge regionale 2 del 2004 fissava l’indennità per i membri del consiglio regionale rapportandola ai membri del parlamento nazionale che all’epoca era pari a 12.434,32 euro lordi al mese. Cifra che spettava al Presidente della Regione e del Consiglio regionale. Un consigliere regionale “semplice” prendeva 9.947,45 euro lordi al mese. Il tutto, però, oltre l’indennità di carica, del rimborso spese generali pari a circa 3000 euro mensili e ad una diaria di 2.600 euro. Insomma, erano ricoperti d’oro.

Le vacche magre non abitano qui

Il periodo di “vacche magre” per i politici calabresi sarebbe dovuto iniziare a seguito della riforma Monti del 2012. Il decreto legge 174 oltre a ridurre il numero dei consiglieri (per la Calabria si è passati da 50 a 30 più il Presidente di Regione) sono stati fissati, di concerto con la Conferenza Stato-Regioni, i tetti massimi degli emolumenti spettanti ai politici regionali: 13.800 euro comprensivi di indennità di carica e funzione (lordo) per i Presidenti di Regione e dei consigli regionali, 11.100 euro comprensivi di indennità di carica (lordo) e spese per l’esercizio del mandato per i consiglieri regionali, oltre a 5000 euro l’anno per consigliere per l’attività politica.

Spending review beffata

Con solerzia e all’insegna della “spending review” i consiglieri regionali calabresi a inizio 2013 hanno, quindi, varato una legge sulla “riduzione dei costi della politica” prevedendo una indennità di carica di 5100 euro lordi mensili e una indennità di funzione che varia dai 2700 euro lordi mensili per i Presidenti della Regione e del Consiglio ai 1500 euro dei Presidenti di Commissione agli zero dei consiglieri regionali. Una rivoluzione, senonché, con una mandrakata frutto di un gioco di prestigio politico, è stata introdotta la voce “spese per l’esercizio del mandato” pari a 6000 euro (netti).

Ecco quanto incassano oggi

Risultato? Per i Presidenti di Giunta e Consiglio si raggiungono oggi i 13.800,00 euro mensili, mentre per i consiglieri 11.000,00 euro, proprio il tetto massimo stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni a cui si aggiungono i rimborsi mensili per le auto che varia da 2500 a 3900 euro in base alla carica (se si è membro dell’ufficio di presidenza, assessore o Presidente di giunta e consiglio) e per i consiglieri semplici un rimborso di 1.093 euro mensili a titolo di “rimborso missioni forfettarie”.

In Italia c'è chi prende molto meno

E pensare che i citati omologhi del Piemonte prendono molto meno: una indennità di carica di 5000 euro lordi mensili più una indennità di carica di 1.700 euro per i Presidenti di Giunta e Consiglio regionale, mentre è pari a 1000 euro per i Presidenti di commissione. Le spese di esercizio del mandato dei consiglieri piemontesi sono pari a 3.500 euro, ridotte di un terzo per i membri della Giunta regionale e dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale che utilizzano con continuità un’autovettura di servizio.
Ma, si sa, in Calabria la politica è una cosa da nababbi.