«Il sindaco di Cerenzia (Crotone), Maria Concetta Lacaria, deve spiegazioni pubbliche sul fatto che durante il proprio mandato ha lavorato pure come medico di base in Trentino». Lo dichiarano i deputati M5S Dalila Nesci e Paolo Parentela, i quali affermano: «Piuttosto che annunciare querele verso gli attivisti cinquestelle locali, peraltro prive di ogni fondamento, il sindaco Lacaria dica pubblicamente se vuol continuare a svolgere i due incarichi, che di fatto sono incompatibili, intanto per il rispetto che il primo cittadino deve agli elettori e ai cittadini del comune calabrese».


I pentastellati, quindi, incalzano: «Se poi il sindaco ha il dono dell’ubiquità o vuol governare a distanza, lo dica con chiarezza e se ne assuma ogni responsabilità. Non provi a spaventare gli attivisti, però, che hanno reso di dominio pubblico un fatto vero, ammesso con ritardo dallo stesso sindaco. In quanto all’incarico e all'indennità di funzione assegnati a Lacaria al proprio coniuge, che perciò riceve 6 mila euro all'anno in più come coordinatore di un corpo di polizia municipale formato solo da se stesso, la giustificazione resa dal primo cittadino di Cerenzia è inaccettabile. Lacaria ha argomentato dicendo che in passato l’incarico è già stato conferito al marito, il che non vuol dire nulla, se non ne viene precisata la necessità specifica per il municipio».

 

«Valuteremo - concludono Nesci e Parentela - di interrogare i ministri della Sanità e del Lavoro per verificare ogni aspetto del doppio incarico mantenuto dal sindaco Lacaria».