VIDEO | Il governo Draghi è caduto e il presidente Mattarella ha sciolto le Camere. Partono le grandi manovre anche dal Pollino allo Stretto. Radiografia della situazione in vista delle urne (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sarà un agosto elettorale anche in Calabria. Un agosto caldissimo. Il decreto di scioglimento delle Camere, appena firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e il ritorno anticipato alle urne obbligano i partiti a una campagna elettorale estiva non del tutto preventivata. A decidere alleanze e candidature saranno le segreterie romane, ma le grandi manovre di posizionamento sono già partite anche tra il Pollino e lo Stretto. Non c'è tempo da perdere: si voterà il 25 settembre e le liste dovranno essere depositate il 21 e 22 agosto.
Sfida durissima
Tutti gli aspiranti parlamentari sanno che, stavolta, sarà durissima. L'ultima riforma costituzionale assegna alla Calabria solo 13 deputati (erano 20) e 6 senatori (10). Moltissimi peones resteranno a casa. Gli unici che possono scommettere su una riconferma sono i vari coordinatori regionali, che avranno un peso notevole nella composizione delle liste.
Lo stato dei partiti
Ma qual è lo stato di salute dei partiti? Bisogna partire dalle alleanze e dai dati nazionali. Il centrodestra, salvo sconvolgimenti, andrà al voto compatto, a differenza del fronte progressista. Il patto tra il Pd e il M5S dovrebbe invece finire in archivio come un esperimento di laboratorio fallito. Il centro è la grande incognita: quanto vale e da chi sarà composto?
Il sondaggio dell'Osservatorio politico Euromedia Research, pubblicato il 20 luglio, attesta Fratelli d'Italia come primo partito, con il 22% delle preferenze. A tallonarlo il Pd, con il 21,8%. La Lega è al 14,6%, mentre Fi all'8,6%. In caduta il M5S, dato intorno al 10,7%.
Il centrodestra
Lo stato di salute del centrodestra, che solo 9 mesi fa ha trionfato alle Regionali, è buono anche in Calabria. Nei partiti sono già iniziati i ragionamenti per la spartizione delle candidature nei collegi uninominali. Sono in tutto 7: cinque alla Camera e due al Senato. Al netto delle decisioni delle segreterie nazionali, cui spetta sempre l'ultima parola, tra gli addetti ai lavori iniziano a circolare i primi schemi di ripartizione.
Quello che va per la maggiore assegna tre collegi (due alla Camera e uno al Senato) al primo partito calabrese, Fi. Due spetterebbero a Fdi (uno per ogni ramo del Parlamento), uno alla Lega e l'ultimo ai centristi che aderiranno alla coalizione.
Forza Italia
Sono ipotesi che dovranno fare i conti con le dinamiche interne a ogni forza politica. In Fi, il partito che esprime il presidente di Regione, Roberto Occhiuto, esiste un problema di abbondanza. I dati attuali suggeriscono che sarà praticamente impossibile confermare tutti gli otto parlamentari uscenti. Senza contare chi aspirerebbe a candidarsi per la prima volta, come l'assessore all'Agricoltura Gianluca Gallo o l'ex sindaco di Cosenza, e fratello del governatore, Mario Occhiuto.
Le redini le ha in mano Giuseppe Mangialavori, coordinatore regionale e punto di riferimento calabrese della senatrice Licia Ronzulli, tra i principali artefici della non fiducia a Draghi, in accordo con la Lega di Salvini, e quindi oggetto degli strali del ministro Mariastella Gelmini («contenta ora che hai mandato a casa il Governo?». Risposta: «Va' a piangere da un'altra parte e prenditi uno Xanax»).
Nel partito di Berlusconi si è insomma imposta la linea dei falchi e questo potrebbe rappresentare un problema per Occhiuto, da sempre vicino all'ala governista e, in particolare, ai ministri azzurri, tra cui la stessa Gelmini e Renato Brunetta, che ieri hanno detto addio a Fi.
Il presidente della Calabria può comunque contare sul suo storico rapporto con Berlusconi e ha un canale di dialogo aperto pure con Ronzulli.
La permanenza in Fi di Occhiuto non sembra dunque essere in discussione. Anzi, il governatore ha già annunciato di voler partecipare in prima persona alla campagna elettorale dei berluscones. Una discesa in campo che potrebbe fare la differenza.
Campo aperto per la Meloni
Il partito più in salute è quello di Giorgia Meloni, che sogna di diventare la prima premier donna d'Italia. In Calabria il campo è aperto: un solo parlamentare uscente e, sondaggi alla mano, tanti spazi da riempire.
I luogotenenti di Meloni sono la deputata e commissaria Wanda Ferro e l'assessore regionale Fausto Orsomarso. Entrambi avranno un posto blindato nelle liste. Ma l'elenco degli aspiranti parlamentari si allunga ogni giorno di più. Ambiscono a una candidatura i consiglieri regionali Luciana De Francesco, Antonio Montuoro e Giuseppe Neri. In lizza anche l'ex segretario Ernesto Rapani, il coordinatore reggino Denis Nesci, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, e due ex candidate a Palazzo Campanella, Monica Falcomatà e Giovanna Cusumano.
Acque agitate nella Lega
Decisamente più agitate le acque in casa Lega. Lo scontro a colpi di comunicati stampa tra il commissario Francesco Saccomanno e il presidente del Consiglio Filippo Mancuso ha fatto esplodere un bubbone che cresceva da tempo. Ad aprire le danze è stato Saccomanno, che ha pungolato apertamente Occhiuto, reo di essersi reso conto in ritardo che l'alta velocità non è inclusa nelle opere finanziate dal Pnrr: «Sarebbe stato sufficiente, senza attendere tanti mesi, che il presidente avesse letto il nostro intervento» di aprile. Più che piccata la replica di Mancuso: «Singolari, immotivate e fuori luogo», nonché «prive del benché minimo fondamento logico e fattuale» le critiche di Saccomanno a Occhiuto. Infine una delegittimazione in piena regola del suo segretario regionale: «Parla a titolo personale e non certo a nome della Lega».
La contro risposta di Saccomanno non si è fatta attendere e ha tirato in causa la Giunta cui partecipa anche il Carroccio: «Finora tanti annunci ma pochi risultati tangibili. Il partito deve stare al Governo per portare risultati concreti, in caso contrario è meglio determinarsi diversamente».
Così, mentre Salvini e Berlusconi serrano i ranghi e valutano una fusione in vista delle elezioni, in Calabria il coordinatore della Lega arriva a paventare anche la fuoriuscita del suo partito dal Governo Occhiuto.
Il clima è insomma incandescente e la corsa alle candidature rischia di renderlo esplosivo. E forse non è un caso che a battibeccare pubblicamente siano stati proprio Saccomanno e Mancuso, tra i più accreditati per un seggio in Parlamento. La lista dei pretendenti è lunga e Salvini avrà il suo bel da fare per accontentare tutti. In corsa ci sono anche l'assessore Tilde Minasi, la capogruppo Simona Loizzo, l'uscente Domenico Furgiuele e l'ex presidente ff della Regione, Nino Spirlì.
Nessuno al sicuro
Rischiano di farsi male soprattutto i grillini. Dei 18 parlamentari eletti nel 2018 ne sono rimasti solo 9, ma nessuno – a parte forse il referente regionale Massimo Misiti – può dirsi al sicuro. Tutti gli uscenti puntano a una riconferma, anche se non è escluso che la diaspora continui e che altri parlamentari abbandonino il Movimento per cercare posto in altri partiti. Resta inoltre ancora in sospeso la questione relativa al tetto ai due mandati. In Calabria sono due i deputati arrivati al secondo giro: Federica Dieni e Paolo Parentela.
Gioca a sfavore del Movimento anche il crollo del «campo largo». I 5 stelle, senza il Pd, non hanno la forza per conquistare alcun collegio uninominale.
Pd in crescita ma…
Vale anche per il Pd. La cura Letta e la fedeltà al Governo Draghi – e, in Calabria, la strutturazione del partito seguita ai congressi regionale e provinciali – avranno effetti positivi nelle urne, eppure i dem saranno costretti a fare i conti l'assenza di alleati o, quanto meno, con quel che resta del M5S. Lo strappo di Conte ha spinto Letta a dichiarare morto anzitempo il fronte progressista. Difficile che la frattura si ricomponga in tempo utile. In ogni caso, il Pd calabrese dovrà affrontare il voto con la consapevolezza di non avere i numeri per contrastare il centrodestra unito nelle sfide maggioritarie. Diventeranno perciò decisivi i posizionamenti nei listini proporzionali. Un posto al sole dovrebbe ottenerlo il segretario Nicola Irto. Scalpitano anche gli uscenti Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi, oltre al capogruppo a Palazzo Campanella Mimmo Bevacqua e agli ex consiglieri regionali Graziano Di Natale e Carlo Guccione.
Non serve Bernacca per prevederlo: sarà un agosto caldissimo.