Il quadro cambia di continuo. L'ultimo schema prevede l'assegnazione di tre uninominali a Fi. Due a testa per Fdi e Lega. Zero per i centristi. L'incognita Antoniozzi agita i meloniani. Mario Occhiuto si fa strada tra gli azzurri. Furgiuele in pole per il Carroccio (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il quadro muta continuamente, i fogli su cui di volta in volta vengono annotati gli accordi diventano carta straccia nel giro di poche ore. Nel centrodestra non c'è ancora alcuna certezza sulla ripartizione dei collegi uninominali. Uno stallo che tiene col fiato sospeso anche l'esercito di aspiranti parlamentari calabresi. Il clima generale è favorevole. Lo strappo di Calenda e le nuove stime dell'Istituto Cattaneo – centrodestra vincente in 122 collegi su 147 alla Camera e in 63 su 74 al Senato – autorizzano un certo ottimismo ma, al tempo stesso, accrescono l'ansia di chi ambisce a un posto al sole.
Succede soprattutto in Calabria, dove i 7 uninominali (5 alla Camera e 2 al Senato) vengono quasi unanimemente considerati non contendibili, cioè appannaggio di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia.
Oggi il centrodestra dovrebbe chiudere il tavolo sul programma elettorale. Per l'esito di quello relativo alla ripartizione degli uninominali, secondo i bene informati, si dovrà invece aspettare ancora (qui la guida al voto).
Tra gli sherpa di Forza Italia c'è anche il governatore Roberto Occhiuto, che avrà un ruolo rilevante anche per la scelta di collegi e candidati in Calabria.
La bozza di accordo
Tra gli addetti ai lavori, nelle ultime ore, è circolata una bozza di accordo che assegnava tre collegi a Fi e due ciascuno a Fdi e Lega. Ai candidati azzurri, in base a questo schema, andrebbero gli uninominali di Reggio Calabria, Vibo e Corigliano Rossano per la Camera. Fdi indicherebbe i nomi per il collegio camerale di Catanzaro e per il collegio Nord del senato. Alla Lega toccherebbero Cosenza per Montecitorio e il collegio Sud per Palazzo Madama. Nessuna postazione per i centristi (Noi con l'Italia, Italia al centro, Coraggio Italia e Udc).
Sarebbe questa una delle ipotesi di ripartizione proposte al tavolo delle trattative. Dalle varie segreterie regionali, per adesso, nessuno si sbilancia, segno che per trovare la quadra servirà altro lavoro. «Prima di Ferragosto non ne verremo a capo», spiega una fonte qualificata.
Intanto i partiti sono in subbuglio e la corsa per un posto utile in lista diventa ogni giorno più agguerrita.
Acque agitate in Fdi
Acque agitate perfino in Fdi, oggi primo partito italiano con il 24,2% dei consensi (fonte Quorum/Youtrend per Sky Tg24). A inquietare i fratellisti calabresi è l'incognita Alfredo Antoniozzi. Sono infatti sempre più insistenti i rumors relativi alla candidatura in Calabria dell'ex parlamentare europeo, originario di Cosenza e figlio d'arte (il padre Dario è stato più volte ministro e sottosegretario).
Il “paracadutato” Antoniozzi potrebbe essere piazzato come capolista in uno dei listini proporzionali. Un “papa straniero” che metterebbe in discussione lo schema finora accettato quasi unanimemente dai meloniani: la coordinatrice calabrese Wanda Ferro prima alla Camera e l'assessore regionale Fausto Orsomarso a guidare il listino per il Senato.
«Se davvero arriva Antoniozzi – dice un dirigente fratellista – nel partito scoppia la rivolta». Del resto la lista dei possibili aspiranti è lunga. Nei giorni scorsi hanno presentato i documenti per l'accettazione della candidatura esponenti di primo piano come il capogruppo in Consiglio regionale, Peppe Neri, il coordinatore provinciale di Reggio, Denis Nesci, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, e l'ex assessore di Cosenza Loredana Pastore.
Nel partito regionale nessuno si azzarda a fare previsioni, anche perché le notizie, dalla capitale, arrivano con il contagocce. Al punto che più d'uno lamenta «l'assenza di qualsiasi tipo di comunicazione con la segreteria romana».
I buoni uffici di Occhiuto
I berlusconiani, malgrado l'8,9% su base nazionale, sperano nei buoni uffici di Occhiuto e del coordinatore calabrese Giuseppe Mangialavori.
I posti utili, tuttavia, non sono sufficienti a garantire i parlamentari uscenti. Dovrebbero essere tutti ricandidati – unica eccezione il senatore Marco Siclari –, ma le singole collocazioni sono perlopiù da definire.
Lo stesso Mangialavori dovrebbe guidare il listino per il Senato. Tra i favoriti per la rielezione anche il reggino Francesco Cannizzaro e il cosentino Andrea Gentile. Più una new entry: l'ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, che può ovviamente contare sull'appoggio incondizionato del fratello Roberto.
Furgiuele in pole
Anche nella Lega iniziano a emergere alcuni punti fermi. Il passo indietro dell'ex presidente reggente della Regione, Nino Spirlì, ha tolto dal totonomi uno dei nomi più rappresentativi del partito regionale.
Al momento l'uomo che ha le maggiori possibilità di riconferma è il proto-leghista calabrese Domenico Furgiuele, neo responsabile della campagna elettorale del Carroccio per volere di Salvini in persona. Difficile, viste le premesse, che il deputato lametino resti fuori dal nuovo Parlamento. Favori del pronostico pure per l'assessore regionale Tilde Minasi.
Sono considerate in calo, invece, le chance del coordinatore Giacomo Saccomanno e del presidente del Consiglio calabrese, Filippo Mancuso.