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C'è chi dice no, è il tema del convegno organizzato da Forza Italia per evidenziare i rischi e i pericoli di una riforma costituzionale dalle tante insidie.
Ne hanno parlato il deputato Roberto Occhiuto, ora nelle vesti di coordinatore regionale del comitato per il No di Forza Italia, il magistrato Emilio Sirianni, Presidente della sezione Lavoro della Corte d’appello di Catanzaro e il sindacalista Massimo Covello, segretario regionale della FIOM Calabria discutendo intorno alle ragioni che non vogliono una riforma della Costituzione per come viene richiesta alla popolazone italiana di chiamati a respingere o approvare la riforma Boschi-Renzi. Una riforma tuttavia necessaria, afferma Roberto Occhiuto ma che non può prevedere di cambiare 47 articoli tutti insieme, senza una seria e ragionevole ed ampia discussione in Parlamento che preveda una convergenza di tutte le forze che lo compongono.
Le costituzioni nascono per tutelare le minoranze, ricorda Emilio Sirianni, e che è stata concepita e redatta in un particolare momento storico dove venne eletta un’assemblea costituente formata dai migliori uomini rappresentanti tutte le forze politiche del governo, compresi i monarchici che tanto male avevano fatto all’Italia. Si studiarono tutte le costituzioni del mondo per redigere la migliore carta costituzionale, e alla fine un noto linguista ne curò pure, parola per parola, il contenuto. Contenuto che metteva tra i principi fondamentali quello dell’esercizio della sovranità popolare, principio che verrà messo seriamente a rischio, se dovesse passare il SI, tuona Sirianni. Tra gli altri pericoli, Sirianni evidenzia pure quello di vedere in Senato anche i consiglieri regionali inquisiti. Quindi nessun imbarazzo a discutere insieme su temi tanto importanti come la tutela della Costituzione Italiana, discussioni necessarie per metterla al riparo del potente di turno.
Più politico l’intervento di Roberto Occhiuto che vede una contraddizione innanzitutto a livello regionale dove da una parte si grida contro il commissariamento della sanità e dall’altra si consegna ad un SI che delegittima le Regioni dalle loro funzioni, una vera riforma costituzionale più coraggiosa avrebbe eliminato le Regioni e non le Provincie, ad esempio. E non verrà neanche superato il bicameralismo, prosegue Occhiuto, la riforma non pone rimedio alle grandi esigenze di rinnovamento della nazione perché è sbagliata nei contenuti.
Una riforma che vede in questa campagna referendaria un meschino e speculativo utilizzo di temi come quello della sanità.
Roberto Occhiuto, ricordiamo, è stato il firmatari della prima delle quattro richieste di referendum, come previsto dall'art. 138 della Costituzione.
Fiorenza Gonzales