Nel capoluogo sono in parecchi a bussare alla porta del lìder maximo calabrese di Forza Italia Giuseppe Mangialavori affinché riveda il suo intendimento di dare disco verde a Marco Polimeni o (in subordine) a Baldo Esposito
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Alla vigilia dell’interpartitica del centrodestra di dopodomani, annunciata da Sergio Abramo, indetta per scegliere il suo aspirante successore all’interno dello schieramento sono in parecchi a Catanzaro a bussare alla porta, seppur ancora in maniera metaforica, del senatore Giuseppe Mangialavori. Le decisioni del leader di Forza Italia in Calabria sull’ormai imminente campagna elettorale per le Comunali sembrano infatti essere poco gradite - non essendo condivise - a larghi strati del centrodestra cittadino.
Che ritengono non sufficientemente valida la soluzione Marco Polimeni o (in subordine) Baldo Esposito, al cospetto del centrosinistra in particolare ma pure di una possibile aggregazione di centro stavolta con le carte in regola per presentarsi ai nastri di partenza forti dei favori del pronostico. E non si tratta delle solite voci, considerato come nel caso di Esposito ci siano stati alcuni candidati alla carica di consiglieri (ancora in pectore, come ovvio, mancando le liste) che oltre a chiedere il voto per loro stessi lo hanno fatto anche per l’ex vice di Abramo in Comune.
Una fuga in avanti come minimo - almeno al momento - probabilmente frutto dell’eccessiva fretta dei soliti peones con la fregola di ottenere una sistemazione a Palazzo De Nobili per i prossimi cinque anni. La realtà però, come si è detto, è del tutto diversa con tanto di resistenze e “mal di pancia” nello schieramento che potrebbero, come premesso, spingere maggiorenti e capi-correnti di spicco a discostarsi (ufficialmente o ufficiosamente) dalla linea forzista. Che, lo si ribadisce, allo stato è scarsamente condivisa.
Ecco allora che se il capo degli Azzurri di Calabria (Mangialavori, appunto) non rivedrà certi intendimenti - ad avviso di qualcuno forse troppo condizionati dalla volontà di consolidare la realtà politica vibonese, suo quartier generale - a scapito anche e soprattutto di una Catanzaro molto indebolitasi nello scacchiere regionale, e persino nella più ristretta area centrale calabrese, qualche “scissione pesante” sarebbe inevitabile.
E la riprova la si rinviene nel fatto che si segnalano interlocuzioni, già avviate nella settimana in corso, finalizzate alla convergenza su un papabile primo cittadino attualmente in campo o sull’individuazione di un “nome nuovo” di estrazione centrista o, meglio, di matrice moderata. Una figura insomma in grado di attrarre sostenitori dai due poli tradizionali, facendo sintesi (espressione abusata, ma calzante) fra le diverse anime e sensibilità di centrodestra così come, lo si ribadisce, di quelle di centrosinistra, non fortemente ideologizzate, da tempo dichiaratesi non in linea con gli ordini di scuderia della coalizione di riferimento.