VIDEO | Conferenza stampa dell'ex componente di maggioranza per illustrare le ragioni della fuoriuscita. Su un possibile asse con Azione: «Enorme contraddizione»
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Voto anticipato? «Non possiamo far commissariare il Comune per otto, nove mesi significherebbe sotterrare la città. Ma per andare al voto a giugno, possiamo tranquillamente dare le dimissioni nel mese di gennaio. Apriamo un tavolo e vediamo la prova della coerenza». L'arma dello scioglimento anticipato dell'amministrazione resta carica ma non sarà azionata, non almeno nell'immediato. Alla finestra c'è lo spettro di un commissariamento che spaventa, lo chiarisce il consigliere comunale e regionale, Antonello Talerico, nella conferenza stampa convocata per illustrare le ragioni dello strappo che ha nei fatti aperto la crisi al Comune di Catanzaro.
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L'ex componente di maggioranza sottolinea come la sua fuoriuscita non sia da ascrivere a contrasti di natura politica e respinge le accuse secondo cui avrebbe condizionato l'azione di governo imponendo veti o tenendo in ostaggio il sindaco: «Ma voi avete mai visto un ostaggio che chiede al carnefice di rimanere?» si domanda retoricamente.
Sulle ipotesi che circolano in queste ore e che configurerebbero un avvicinamento di Azione, utile alla formazione di una nuova maggioranza, Talerico è caustico: «Il centrosinistra è in enorme contraddizione, oggi cercano la stampella nel gruppo di Azione, ma quel gruppo ha denunciato l'adozione di atti amministrativi illegali o illegittimi. Atti che hanno trovato albergo anche all'interno dei bilanci, quindi dovranno spiegare come si comporteranno rispetto ad una eventuale approvazione».
Un divorzio scaturito da divergenze amministrative, spiega ancora il consigliere comunale: «Abbiamo avuto discussioni, nemmeno tanto accese, su questioni relegate a scelte strategiche e alla programmazione». E infine rivendica autonomia rispetto al partito che lo ha accolto: «Mi hanno sempre lasciato libertà e io ho detto loro che se la condizione per rientrare in Forza Italia era quella di abbandonare la mia maggioranza non sarei entrato per un atto di coerenza».