Le critiche al disegno di legge sull’omotransfobia confermano la scarsa sintonia tra il consigliere di opposizione e il suo schieramento
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Il popolo di Cambiavento non ha affatto gradito il comportamento del consigliere comunale di Catanzaro Vincenzo De Sarro (entrato a far parte dell’Assemblea cittadina, insieme a Nunzio Belcaro, dopo le dimissioni del leader della coalizione civica, guidata dallo stesso Movimento, Nicola Fiorita e del suo collega Gianmichele Bosco). Parecchi simpatizzanti sono infatti apparsi molto arrabbiati - manifestandolo anche via social con toni espliciti, fino al punto da metterne in dubbio la coabitazione sotto le stesse insegne politiche - per la posizione assunta dal consigliere sul Ddl Zan che come ormai noto amplia il decreto Mancino del 1993 - emanato contro il razzismo - estendendolo alle discriminazioni basate su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Un problema non da poco per il prof Fiorita, che per ora non ha però scelto di ‘silurarlo’ forse attendendo un passo indietro del consigliere.
La ragione di questa grana, chiamiamola così, nell’occasione è però dovuta al fatto che De Sarro ha parlato di legge incompleta e da rivedere mentre Cambiavento l’ha condivisa in pieno, sposandone immediatamente la finalità di lotta all’omofobia. Situazione che ha sì aperto una frattura, ma facendo risaltare uno spirito di appartenenza del nuovo rappresentante in Consiglio parso labile sin da subito. Senza contare che il diretto interessato ci ha pure messo il ‘carico da undici’, dicendo di essere al corrente dell’impronta di Sinistra del Movimento ma di non riconoscersi in quei principi e dunque marcando una distanza strutturale. Fatto che porta a chiedersi il perché abbia aderito al progetto fioritiano e soprattutto il motivo per cui abbia accettato di entrare a far parte dell’assise di Palazzo De Nobili, peraltro a consiliatura in corso, dopo per giunta la candidatura a Lamezia Terme (non coincisa poi con l’elezione) a sostegno di Paolo Mascaro e quindi di un sindaco uscente (peraltro confermato grazie al consenso popolare) espressione di centrodestra.
Il ‘pasticcio’ sul Ddl Zan costituisce allora soltanto la classica punta dell’iceberg di una questione che si trascina da tempo e parte da lontano, poiché De Sarro fin dall’esordio ha ingenerato il legittimo sospetto di avere una certa affinità con lo schieramento di Sergio Abramo. Un feeling con la maggioranza, fino a prova del contrario comunque casuale, rivelatosi però tangibile in alcune votazioni e dichiarazioni.
Supposizione che tuttavia, seppur trovasse riscontro, non cambiarebbe alcunché nei modi e nelle forme dell’espletamento del mandato ricevuto dagli elettori, avendo invece ineludibili conseguenze di carattere politico con una separazione inevitabile da Cambiavento. Un Movimento in cui il leader indiscusso Fiorita è rimasto spiazzato per l’ennesima volta dalle decisioni di De Sarro che sullo specifico argomento del Ddl Zan avrebbe potuto almeno avvisarlo tempestivamente in modo da far prendere in considerazione quella che in questi casi i capipartito chiamano “libertà di coscienza”. Ma tutto ciò non è avvenuto, facendo emergere il problema che si riscontra con molti aderenti agli schieramenti civici in cui entrano malgrado siano consapevoli di non essere in linea con i valori propugnati da tali coalizioni.