Da qualche conto da regolare nel centrosinistra e dalle macerie del centrodestra potrebbe saltar fuori un nuovo progetto bipartisan di governo del capoluogo. Qualcosa di simile alla Nuova Alleanza per la Città di 15 anni fa
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Destini incrociati nella politica catanzarese, un po’ come nella vita in avvio di una campagna elettorale per le Amministrative del 2022 che si annuncia al… vetriolo per l’estrema frammentazione e soprattutto contrapposizione tra le forze in campo. Parecchi i conti da regolare con diversi big che da amici e alleati di ferro sono diventati dapprima rivali interni, poi avversari e infine nemici.
Senza se e senza ma. Non solo: c’è pure da dire che a breve potrebbero maturare nuovi accordi, da cui di certo maturerebbero equilibri molto diversi rispetto a quelli sui quali si era finora basato e retto un determinato assetto di potere capace di fare il bello e il cattivo tempo nel capoluogo. Ma qualche inchiesta giudiziaria, alcuni errori di calcolo e ancor di più un fisiologico ricambio nella comunque ristretta compagine degli “attori protagonisti” ha radicalmente cambiato le carte in tavola e la riprova la si è avuta con l’esito delle Regionali.
Malgrado ciò c’è chi non molla, in particolare nel centrosinistra su cui però ogni sogno di gloria passa dalla tenuta dell’unità della coalizione dalla quale si stanno tuttavia sfilando dei gruppi amareggiati dall’esito della tornata dello scorso inizio ottobre. Un problema mica da ridere perché sarà banale, ma nelle urne più che i partiti e le sigle (talvolta vuote, peraltro) contano i voti.
E del resto, in quella stessa area di riferimento, per informazioni chiedere agli ispiratori del maxischieramento che aveva quale candidato a sindaco l’ex vicepresidente della Giunta Oliverio e poi dell’assise di Palazzo Campanella, Enzo Ciconte. Il Nuovo Centrosinistra, almeno per il momento, fa però professione di ottimismo e scommette oltre che sul valore del proprio progetto anche sulle lacerazioni che si palesano sempre più evidenti sul fronte opposto. Spaccature non sanabili, quantomeno nell’immediato, ovvero mai prima dell’appuntamento elettorale.
Ma allora chi fa paura a Pd, Psi e soci? Semplice: il Grande Centro o, meglio, la coalizione bipartisan che si va profilando all’orizzonte. E a riguardo circolano già nomi di peso per guidarla (a cominciare da quello di un professionista di alto livello). Senza dimenticare il fortissimo attivismo da parte di un maggiorente della nouvelle vague del centrodestra come Filippo Mancuso.
Tutto procede a rilento, però, in attesa ad esempio di un evento dalle conseguenze dirompenti quale l’accoglimento del ricorso sull’ineleggibilità dei primatisti della lista di Fi nella Circoscrizione Centro alle Regionali, Michele Comito e Valeria Fedele.