Un paio di metri, forse al massimo tre, di distanza, fra la postazione dell’assessore alla Gestione del Territorio Franco Longo e il consigliere d’opposizione, ma da qualche tempo tecnicamente parlando di maggioranza soprattutto dopo la candidatura alla Provincia nelle fila del centrodestra, Sergio Costanzo. Pochi, troppo pochi, nel civico consesso di ieri per non entrare in contatto in virtù di una battutina del secondo sull’abbigliamento del primo. Una punzecchiatura che Longo non ha evidentemente gradito (eufemismo!) fino al punto da dare il via a un’escalation sul piano verbale fra i due, per poco non sfociata addirittura in un contatto fisico impedito dai loro colleghi e dai vigili urbani presenti.

Una brutta pagina per Palazzo De Nobili, insomma. L’ennesima, oltretutto. In particolare negli ultimi mesi, meglio anni, in cui il sindaco Sergio Abramo si è assunto la responsabilità di andare avanti malgrado fosse palese la fine di una parentesi politica, durata sì quasi un quarto di secolo ma ormai arrivata al capolinea anche per la “distrazione” dello stesso Abramo che voleva a ogni costo ricoprire un ruolo apicale in Regione. Desiderio che nel centrodestra calabrese nessuno ha però voluto esaudire, forse sapendo come lui avrebbe continuato ad andare avanti al Comune.
Difficile, se non impossibile, infatti vedere dimettersi un sindaco, il cui riconosciuto credo è di stare calmi fin quando passa la tempesta. E che non ha dato forfait, nemmeno dopo le diverse inchieste giudiziarie a più riprese riguardanti, in un decennio circa, pezzi consistenti dell’assemblea e dell’Esecutivo.

Ecco allora che, se fra l’uomo (l’assessore Longo) del neopresidente in forte ascesa del consiglio regionale Filippo Mancuso e Costanzo, ieri si è sfiorato il corpo a corpo vuol dire come qualche “grossa questione” potrebbe bollire in pentola. Perché neppure i più sprovveduti pensano al cazzeggio improvvisamente degenerato fra vecchi amici. Il momento, del resto, è assai delicato con una consiliatura ormai al termine (una scadenza naturale peraltro come premesso nei fatti molto anticipata) e un passaggio di membri eletti da uno schieramento all’altro, transitando per il Gruppo Misto, il più numeroso mai visto in passato, che neppure in un grande albergo nei pressi di un aeroporto.

Abramo, tuttavia, fa finta di niente (lo abbiamo detto) e anche stavolta si limita a lanciare un chiaro avviso ai naviganti, ma sapendo bene l’effetto che fa ai membri del consesso cittadino a cui intima: «Se continuate così, stacco la spina e vi mando a casa in anticipo!».
Una frase che pur apparendo appunto “intimidatoria” a chi non conosce la reale situazione, suona invece come retorica a quanti hanno contezza di come i destinatari non andranno via prima del giorno prestabilito. Mai. Nemmeno con le cannonate.

Ovvio, allora, che il tiro verrà corretto subito in attesa magari del prossimo “incidente di percorso” in una fase in cui sul capoluogo gravitano interessi enormi. Basti pensare ad esempio ad alcune ventilate lottizzazioni, con il quartiere marinaro al centro di enormi interessi, e all’integrazione fra aziende ospedaliere: la Materdomini e la Pugliese Ciaccio che alcuni politici locali, in auge o “trombati”, hanno molto a cuore. Altro che destra, sinistra o centro, quindi. Qui le priorità in agenda sono del tutto diverse e il «bene della città», di cui tutti si riempiono la bocca, diventa uno slogan quasi divertente. Così come lo è un ipotetico match di boxe (chissà come sarebbe andata se i protagonisti fossero stati soli) fra Longo e Costanzo.