Domani Talerico in conferenza stampa spiegherà le ragioni dello strappo, ma le diplomazie del centrosinistra e dei calendiani sono al lavoro per trovare un'intesa più "naturale" di quella con i forzisti. I partiti regionali restano alla finestra
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Sono ore decisive per il Comune di Catanzaro. I dieci giorni di riflessione che il sindaco Nicola Fiorita ha deciso di prendersi stanno per scadere e a breve si saprà l’esito di questa crisi di fine estate. Ulteriori chiarimenti li darà il gruppo di Antonello Talerico che domani alle 11 terrà una conferenza stampa presso la sala concerti del Comune. Sarà interessante capire le motivazioni che Talerico addurrà per spiegare il suo strappo con l’amministrazione di cui era pedina fondamentale sotto il profilo dei numeri.
Vedremo se il consigliere regionale di Forza Italia si affiderà al politichese o spiegherà anche i nodi amministrativi che hanno portato alla rottura. Nel comunicato in cui ha annunciato lo “strappo” qualche indicazione c’è. Talerico nella sua nota citava la manutenzione delle strade, cura del verde pubblico, gestione dei rifiuti e delle discariche abusive. Proprio in quest’ultimo settore, secondo alcuni, si è consumata la rottura anche per il ritiro improvviso del bando per la raccolta. Quel che è certo è che non c’è stato un diktat da parte del partito regionale a lasciare la maggioranza.
Ma in agenda non c’è solo la conferenza stampa di Talerico. C’è anche un'interpartitica, oggi, del centrosinistra che si potrebbe concludere con un invito ad Azione ad entrare nella maggioranza. Una ipotesi che lo stesso Talerico ha più volte provato a minare, sottolineando i giudizi sferzanti che il leader locale, Valerio Donato, ha spesso offerto sul sindaco. In una nota parlava di incoerenza del centrosinistra che lo aveva attaccato perché esponente del centrodestra in Regione, mentre non si farebbe nessun problema a stipulare accordi con Azione che è sempre fra i sostenitori di Occhiuto. Di certo la situazione politica di Catanzaro non è mai stata lineare, a causa di un esito elettorale che ha dato sì la vittoria a Fiorita, ma con un’anatra zoppa (ovvero una minoranza in consiglio) che ne ha rallentato moltissimo l’azione amministrativa. Non è un caso che i dirigenti regionali dei partiti non si stanno sbilanciando su questa storia, relegandola a vicenda politica locale.
Ma Catanzaro resta pur sempre capoluogo. La scelta di campo di Fiorita è netta, come dimostrano le sue dichiarazioni sull’autonomia differenziata, contro la presidente Anci, Rosaria Succurro, gli stimoli continui che prova a dare al presidente Occhiuto. In questo senso l’accordo con Azione che è partito di centro e che a livello nazionale si sta avvicinando al Pd della Schlein sarebbe molto più naturale che quello con i forzisti.
Il dialogo potrebbe essere agevolato anche dal segretario catanzarese del partito, Roberto Guerriero, la cui famiglia ha una solida tradizione progressista. Valerio Donato per il momento rilascia dichiarazioni ambigue. Da un lato contesta l’operato del sindaco, come ha sempre fatto, ma dall’altro dichiara che «non possiamo lasciare tre anni la città in balìa delle onde». C’è chi parla di pretattica perché poi l’accordo come sempre va trovato sul terreno della concretezza. In fondo con i tre consiglieri di Azione, qualche transfugo di Talerico e esponenti del misto i numeri ci sarebbero eccome. Proprio questa sembra la soluzione finale che Fiorita ha in testa. Se fosse così la voglia di revanche del centrodestra e la possibilità di conquistare finalmente una città importante da amministrare, dovrà essere rimandata.