*di Daniele Rossi

È del tutto evidente che Catanzaro conta poco nello scacchiere politico regionale. I suoi esponenti politici contano poco, il suo peso nelle dinamiche regionale è marginale.
Dopo che Catanzaro non è stata designata come Città Metropolitana, dopo cinque anni in cui Catanzaro è stata relegata a poco più di una comparsa, ora ci apprestiamo ad affrontare un altro periodo in cui del Capoluogo di regione non ci sarà traccia politica. A questo punto è inutile anche tenere “il pennacchio”, a questo punto è giusto che anche formalmente Catanzaro non ricopra più nessun ruolo: nessuno così avrà alcun alibi.

Chi mi conosce sa benissimo che non sono e non sarò mai un sostenitore del campanilismo, soprattutto alle nostre latitudini. Nel 2012 ho fondato l’associazione Lacalabriacherema proprio perché ritenevo - e ritengo - che ci sia bisogno di costruire i calabresi come popolo unico anziché frammentarlo e dividerlo. Detto questo, però, oggi - da uomo libero, nato e cresciuto a Catanzaro - sento per l’ennesima volta che la mia città (anzi, la mia provincia) è stata emarginata, messa in un angolo ed è destinata a rimanere voce inascoltata in seno alle più alte sfere politiche regionali.

La nuova Giunta regionale avrà solo un esponente della provincia di Catanzaro (Franco Talarico che però sarà relegato a gestire il già ingessato bilancio regionale e non potrà incidere in alcun modo sulle scelte politiche), e la probabile indicazione (niente è sicuro finché l’Aula non deciderà) della presidenza del Consiglio regionale, una posizione il cui valore ha scarsissimo impatto concreto sulle vite di ognuno di noi. Per tutto il resto contiamo ben 4 tra assessori e presidente della Giunta regionale di Cosenza e altri due assessori (tra cui il neovicepresidente) reggini oltre al già citato Talarico. Complimenti - e lo dico senza alcuna vena polemica o ironica, sia chiaro! - ai politici di Reggio e a Cosenza per aver saputo esprimere con forza le proprie posizioni, tanto da ottenere il massimo a scapito di Catanzaro.

A uscirne male, quindi, non è Catanzaro, ma i suoi rappresentanti politici. Tra chi si è (sempre) interessato più alle proprie posizioni personali e chi non è riuscito a far pesare il proprio valore politico, oggi ci ritroviamo senza una rappresentanza istituzionale di rilievo al governo della Regione: a cosa serve, allora, avere lo status di “capoluogo”? A niente, assolutamente a niente.

Eppure di personalità (a destra, al centro, a sinistra, da tutte le parti!) assolutamente in grado di contribuire in maniera forte e con grande qualità al governo regionale, Catanzaro ne ha parecchie. Ma non sono state prese in considerazione. O forse sì ma solo per qualche istante oppure per agitare le acque della partita politica in atto.

Con l’amaro in bocca, dunque, mi duole riconoscere che la nostra città non conta nulla dal punto di vista politico. Ed è una presa di coscienza che fa male, che mi fa letteralmente ribollire il sangue catanzarese che mi scorre nelle vene.

Mi auguro con tutto il cuore di sbagliarmi di grosso. Spero che la nuova giunta si dimostri attenta e concentrata anche su quei territori che appaiono ignorati: lo dico da uomo libero, ma anche da rappresentante delle istituzioni.
Indipendentemente da questo sfogo personale, però, un in bocca al lupo sincero alla presidente Santelli e alla sua Giunta e ai neoconsiglieri regionali: ci sarà parecchio da lavorare perché la Calabria (tutta!) possa riprendersi dalla drammatica situazione in cui sarà all’indomani della fine dell’emergenza sanitaria.
E un in bocca al lupo particolare va a tutti i consiglieri regionali del (ex) capoluogo di regione. Credo però che Catanzaro meriti più rispetto e una classe politica realmente capace di farsi valere ai tavoli che contano.

 

*presidente della Camera di commercio di Catanzaro