Caos centrodestra al Comune di Catanzaro. Ma attenzione a non fare confusione fra lo scenario politico e le piccole (o grandi) beghe personali da sempre determinanti nei mille battibecchi che caratterizzano i rapporti quotidiani dei componenti dell’assemblea, anche nell’ambito della stessa maggioranza. Certo, stavolta cova sotto le ceneri qualcosa di assai più rovente.

Il riferimento è al progressivo sfilacciamento dell’intera coalizione in cui quasi tutti hanno capito come - accorduni o meno tra capi locali dei rispettivi schieramenti - l’aria che tira sia quella della resa. All’interno di Forza Italia e… dintorni (leggasi Fratelli d’Italia e Lega) sembra infatti esserci la precisa volontà di concepire un progetto debole, pressoché evanescente, per restare al vertice di Palazzo De Nobili secondo un “modello” che, dopo Cosenza, pare voler regalare su un piatto d’argento agli storici rivali pure Catanzaro.

E sarà in tale ottica che è maturata la decisione, ma a seguito di banali ripicche anche e soprattutto per la mancata preventiva informazione sulla pianificazione dei festeggiamenti pubblici previsti nel periodo natalizio, di dimissioni collettive in seno alle presidenze delle commissioni consiliari. Già, perché a saltare come i tappi di spumante la notte di San Silvestro sono ieri stati i presidenti dei medesimi organi, ben tre dopo peraltro il recente forfait di Emanuele Ciciarello, vale a dire Antonio Ursino al timone della commissione “Turismo e Attività Produttive; Giuliano Renda (Affari Generali e Personale) e Fabio Talarico (ancora da ritenersi un fedelissimo di Sergio Abramo in attesa di capire se clamorosamente non sarà più così) a capo di Urbanistica e Mobilità. Ma nel caso di specie - lo ribadiamo - è bene non prendere questi atti troppo sul serio, considerato come non sarebbe da escludere un dietrofront che, se non avverrà, è solo perché ormai regna un clima da ultimo giorno di scuola in cui si iniziano a mandare segnali precisi.

La battaglia che si sta combattendo, del resto, è complessa e si sostanzia nel dare almeno una prospettiva concreta a quanti non intendono alzare bandiera bianca (non molti per la verità) rispetto all’avanzata del centrosinistra o fare il salto della quaglia cercando ospitalità sul fronte opposto. Uno schieramento, quest’ultimo, in cui mai come stavolta, malgrado le solite divisioni interne, stanno cercando di comporre il quadro al fine di evitare lo scontro aperto delle primarie. Un metodo di selezione “sanguinoso” che potrebbe riuscire nel miracolo di rendere nuovamente contendibile una partita (appunto la sfida per le Amministrative 2022) che al momento si annuncia strachiusa. Nonostante ciò, però, c’è chi nel centrodestra prova a (re)stare in gioco, contando su un patto fra Abramo (disperatamente proteso a non restare fuori da tutto) e il leader di Fi Calabria Giuseppe Mangialavori per appoggiare un “candidato interno” all’ambitissima carica di primo cittadino che risulti credibile e competitivo. Missione difficile, se non impossibile, alle condizioni date.