Respinte al mittente le accuse di esere stato un monarca e rivendicato il merito di aver lasciato in eredità un patrimonio di 400 milioni di euro sotto forma di finanziamenti destinati alla città
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Sergio Abramo risponde a Nicola Fiorita in merito ai giudizi espressi su di lui dallo stesso successore nel testo scritto recante le linee programmatiche del Comune di Catanzaro che saranno illustrate alla cittadinanza dopodomani. A riguardo Abramo ha esordito dicendo: «Intervengo per fare delle doverose precisazioni, avendo appreso che la “monarchia” sarebbe stata la forma di governo caratterizzante la mia azione.
Eppure a contraddistinguerla sono i supremi poteri dello Stato accentrati in un individuo, re o sovrano, non certo eletto. Io, invece, pur essendo stato sindaco per quasi vent’anni non ho cambiato le modalità attraverso cui sono arrivato a governare. Sono stato – ha puntualizzato – legittimamente e orgogliosamente scelto per quattro mandati dai miei concittadini. E ho assunto decisioni per come dalla carica, mostrando coraggio, determinazione, dedizione e condivisione, nel mio lavoro connotato da scelte importanti ed elaborazione di progetti strategici. Ma ho anche lasciato in eredità un patrimonio di finanziamenti equivalente a 400 milioni di euro».
Abramo è un fiume in piena: «Se un’idea è opinabile, il dato che ho appena fornito non lo è. Vi sono alcuni progetti, è vero, che vincolano l’Amministrazione fino al 2027. Ma se esistono è perché si è operato a testa bassa affinché non si perdesse un solo finanziamento. Senza il limite della scadenza e facendo, semmai, calcoli su quando avverrà il plausibile taglio del nastro di un’opera. L’ho fatto pensando al bene di Catanzaro e non alla gara su “chi è stato, o sarà, più bravo di chi”. La fascia da sindaco per me è insomma stata una seconda pelle con momenti difficili e altri esaltanti, impegnandomi per la convenienza che ne avrebbe tratto la mia città. Gli errori, è chiaro, li evita solo chi non fa. Ma vorrei vedere se c’è qualcuno che mi spiega l’inutilità di appena uno dei progetti elaborati da me e dalla mia squadra. Fare le pulci a un lascito di 400 milioni è del resto come cercare un ago in un pagliaio. Da sindaco sarei invece fiero di dare concretezza a tutti gli elaborati esistenti. Mi incuriosisce poi anche il “passo di lato” che Fiorita chiede al management delle Partecipate trovato al suo ingresso, la cui proroga o designazione è avvenuta durante la mia Amministrazione. A riguardo gli ricordo che c’è una cosa chiamata continuità amministrativa. Che, piaccia o meno, tocca a chiunque arrivi a esercitare un ruolo dopo quanti lo ricoprivano in precedenza. È toccato pure a me».
Abramo ha ancora spiegato sul punto: «Gli incarichi di cui si parla sono stati prorogati o effettuati perché scaduti durante il mio mandato. Le postazioni che nel tempo restano vacanti vanno rinnovate, in base a quanto permesso dalla legge, per evitare qualsivoglia paralisi della macchina burocratica. Detto ciò, quindi un consiglio, anche se non richiesto, mi sento di darlo: bisogna puntare sul merito a prescindere dall’estrazione politica delle persone e giudicare l’operato di tutti soltanto sulla base dei risultati raggiunti. Perché – ha concluso l’ormai ex primo cittadino – vale molto di più di ciò che serve invece in campagna elettorale. Fatte tali dovute precisazioni, senza la benché minima volontà di andare allo scontro, rinnovo il più sincero in bocca al lupo a Fiorita che sono certo saprà fare il bene di Catanzaro. Che rimane, al di là di critiche e sterili polemiche, l’unico faro intorno a cui svolgere il proprio lavoro».