«Bisogna guardare in faccia la realtà, non abbiamo ancora i numeri per mandare l’amministrazione a casa». Così il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso commenta gli equilibri politici cristallizzati a Palazzo De Nobili all’indomani del voto sul bilancio.

Il voto al bilancio

I voti: 14 favorevoli, 3 astenuti e 11 contrari, a seguito della nota diramata dagli esponenti del centrodestra che nei fatti ha messo in mora il gruppo dei “responsabili” minacciati di non essere in futuro ricandidati nelle liste. 

«I consiglieri comunali di centrodestra hanno fatto un documento per ribadirne l’unità» chiarisce quindi Mancuso. «I tre partiti della coalizione sono uniti e in quell’occasione chi era nel perimetro del centrodestra avrebbe dovuto dimostrarlo. Lostumbo ha votato con il centrodestra, avevamo alcuni assenti ma non avevamo i numeri per mettere fine a questa amministrazione. Ci sono stati 14 voti a favore e 3 astenuti; vuol dire che i tre astenuti se ci fosse stata necessità avrebbero votato a favore, raggiungendo così la maggioranza».

La coscienza di Fiorita

Questa l’analisi offerta dal commissario della Lega a margine di un incontro a Catanzaro per riorganizzare il partito in Calabria. Mancuso ha poi aggiunto: «Piuttosto dovremmo stimolare la coscienza di chi sta amministrando. Dovrebbe chiedersi se è il caso di andare avanti in queste condizioni, credo che una situazione così negativa non si era mai vista al comune di Catanzaro».

L’unità del centrodestra

«Le uniche note positive probabilmente sono ascrivibili al merito di altri e non dell’attuale amministrazione. Non voglio affrettare la fine della legislatura: l’elettore ha sempre ragione, il sindaco è stato eletto e deve governare. Ma se ci si rende conto – ha precisato – che si fanno danni si dovrebbe anche avere la coscienza di dire non ci sono le condizioni. Non si può racimolare una maggioranza giorno per giorno, tre mesi che non si svolgeva un consiglio comunale, è un po’ mortificante per la città. Ma saranno ancora gli elettori a scegliere quando ci sarà la possibilità di andare al voto».

Pronti a tornare al voto

«Siamo pronti per andare al voto» ha poi puntualizzato Mancuso. «I tre partiti sono pronti, dovremmo scegliere il candidato a sindaco ma non penso che ci siano problemi». Altro tema caldo in questi giorni è la sanità cittadina, diversi consiglieri comunali hanno attaccato ripetutamente la Regione accusata di spostare servizi e reparti in altre province calabresi, è il caso della cardiochirurgia e dell’emodinamica.

L’emodinamica 

«Non c’è alcun rischio per l’emodinamica» ha chiarito Mancuso. «Le due emodinamiche di Catanzaro fanno dei numeri tali che non possono essere nè soppresse, né spostate altrove. Che sarebbe nata un’altra emodinamica a Crotone era già nell’aria. Anzi, devo dire che una emodinamica su Crotone l’ho proposta più volte io ad inizio legislatura regionale. Dove c’è un pronto soccorso attrezzato deve esserci anche una emodinamica».

Il nuovo ospedale

«Piuttosto bisogna guardare al nuovo ospedale che consentirebbe di riunire tutto in una sede i vari reparti, e quindi una sola emodinamica ma nel momento in cui il pronto soccorso e reparti siano tutti insieme. Ho già parlato con il presidente Occhiuto – ha confermato Mancuso – perché penso che la questione del nuovo ospedale debba essere affrontata il modo prioritario. Ci vorrà del tempo ma se mai si inizia, mai si finisce. Quindi, bisognerà stabilire dove verrà ubicato, stabilire il fabbisogno e dare seguito a quelli che per ora sono solo progetti. Non bisogna dimenticare che l’integrazione ha sbloccato fondi per circa 340 milioni. La politica ha l’obbligo di programmare le risorse a disposizione in bilancio e noi dobbiamo farlo».

La cardiochirurgia

Sulla cardiochirurgia ha ribadito: «Dobbiamo fare pace con noi stessi. Si dà una convenzione ai privati e si dice che vogliamo mortificare la sanità pubblica, adesso si dà al pubblico e ci si domanda perché è stata tolta ai privati. È vero ci vuole un giusto equilibrio, ma qui dobbiamo programmare e mi sembra che la programmazione manchi. 49 posti letto di cardiochirurgia in Calabria sono più che sufficienti però se si uscisse dal commissariamento e ci fosse la necessità o l’opportunità di ampliare il fabbisogno, ci sarà anche la possibilità di darla al privato».

«Se c’è una missiva della Regione – ha aggiunto – che chiede all’azienda ospedaliera di Cosenza di implementare la cardiochirurgia a Cosenza vuol dire che qualcuno ha deciso che ci debba essere. D’altronde c’è su Reggio Calabria, c’è su Catanzaro, penso sia legittimo ma questo non c’entra con i posti letto del Sant’Anna Hospital. Sappiamo che li ha persi perché è rimasto chiuso, non ha adempiuto. Quando sarà nelle condizioni sanitarie e amministrative di richiedere un nuovo accreditamento certamente si valuterà e se saremo fuori dal commissariamento potremo accreditare anche Villa Sant’Anna che rappresentava un potenziale occupazionale, sanitario a disposizione del territorio che innegabilmente non va perso».