Il nuovo Centrosinistra a Catanzaro rompe gli indugi. Frase che peraltro mutuiamo da un comunicato stampa appena diffuso dai rappresentanti della coalizione con il chiaro obiettivo di chiamare a raccolta tutti coloro i quali ci “vogliono stare” per contribuire al cambio della guardia al governo della città.

Un avvicendamento per cui lo schieramento antitetico a Forza Italia & company ricostituito, per così dire, da giovani dirigenti preparati, motivati e capaci, si è infatti messo al lavoro circa un anno fa, sentendo aria di svolta (epocale!) anche nel capoluogo calabro così come nel resto d’Italia. E del resto in cima ai Tre Colli, dopo tempo immemore, il monolite centrodestra ha iniziato a frantumarsi.

E si badi, non per la solita dialettica interna che non è mai mancata, neppure a destra, bensì per un vero e proprio smottamento innescato dalle mire sui posti di comando in Regione da parte di alcuni big dagli appetiti di carriera insaziabili e dalle ambizioni smisurate.

La genesi della frammentazione o, se preferite, l’inizio della fine per un certo sistema di potere, ha però due eventi scatenanti con un peso decisivo.

Il primo: l’inattesa sconfitta alle Politiche dei primi di marzo del 2018 di due maggiorenti del calibro di Mimmo Tallini e Piero Aiello, rispettivamente mancati deputato e senatore, che se invece fossero finiti in Parlamento avrebbero giocato tutta un’altra partita in ambito catanzarese.

Il secondo: la fuga in avanti di qualche tempo dopo di Sergio Abramo, autopropostosi alla carica di governatore in un incontro pubblico sui temi più importanti della città svoltosi nel complesso monumentale del San Giovanni. Uno sconvolgimento degli equilibri operato da chi in quel momento era già sindaco e presidente della Provincia in carica che ha innescato il fatale conto alla rovescia in un gruppo da allora in avanti sempre più diviso e in competizione fra alleati stessi e quindi non più contro i rivali esterni.

Risultato? Il centrodestra locale ha perso il baricentro a livello calabrese che aveva a fatica riguadagnato, raccogliendo le briciole oltre la Galleria del Sansinato (la porta d’ingresso della città), e ha così aperto la strada a un centrosinistra adesso speranzoso di vincere in… trasferta (leggasi in un luogo in cui di voti ne ha quasi sempre raccolti assai meno degli avversari). Ma, come detto, stavolta è diverso. Molto diverso. Malgrado ciò, quelli del “Nuovo” non appena smaltito il ritrovato entusiasmo si sono accorti di come, dalle ceneri di un centrodestra come premesso sempre più alla deriva, si stia facendo largo una “terza via”.

E sì, perché lo si chiami Grande Centro o come si vuole, le condizioni per la nascita di un polo formato da gente fuoriuscita dalle due “coalizioni tradizionali” ci sono tutte. E si tratta per giunta di una realtà che potrebbe essere come il terzo che gode fra i litiganti.

Ecco allora che gli esponenti della sinistra cercano di correre ai ripari, richiamando l’interesse su di loro attraverso una nota da noi sintetizzata: «È giunto il momento di un impegno straordinario per rilanciare la città e farla uscire dal pantano di una pessima amministrazione. Catanzaro vive uno dei suoi periodi più difficili per colpa di una classe dirigente inadeguata e che ha arrecato seri danni all'immagine del capoluogo più volte coinvolto in scandali, anche di portata nazionale. Chiamiamo quindi a raccolta la parte onesta e pulita per elaborare insieme un progetto innovativo. Rivolgiamo insomma un appello a sindacati, associazioni, ordini professionali, mondo accademico e a tutti i cittadini».