Se nel commentare il lavoro fin qui svolto dal centrosinistra catanzarese, malgrado divisioni e contrasti in quantità, in vista delle Amministrative 2022 nel capoluogo si potrebbe esclamare la famosa frase galileiana: «E pur si muove!», non altrettanto sembrerebbe dirsi per lo schieramento opposto. In cui, una volta tanto, la parola d’ordine sembra quella che in economia è “stagnazione”. Ma per chi indaga - a differenza di un genio come Galileo Galilei - sul, ci sia consentito, assai più modesto movimento del pianeta centrodestra, quello dei Tre Colli nella fattispecie, emerge con chiarezza che la “rotazione” c’è pure lì.

Solo che non si vede e, soprattutto, non se ne parla. Ma il progetto per non “consegnarsi” senza condizioni, come forse vorrebbero in molti nelle alte sfere in cui un favore ai rivali nell’occasione non lo si disdegnerebbe dopo l’esito delle Regionali e altro, esiste ed è concreto. Anzi, anche persino molto avanti.
Ma le indiscrezioni accreditano un modus operandi finalizzato a superare incomprensioni, liti, malumori e in particolare vecchie ruggini, andando oltre la logica di schieramento. Come? Semplice: ricorrendo all’escamotage del civismo, così da coinvolgere i partiti tradizionali in un sistema più ampio e di certo meno caratterizzato. La via sarebbe dunque quella di aggregare anche forze estranee alla coalizione. Gruppi che, anzi, sono storicamente legati al centrosinistra, pur se di estrazione moderata, però al momento sembrerebbe non più in linea con un’area in cui non hanno trovato il giusto e atteso riconoscimento.

Una rimostranza, per definirla in questo modo, che parte da lontano e in realtà metterebbe sotto accusa un livello dirigenziale, in particolare nel Pd, parecchio interessato ai voti da prendere - chiunque li porti - ma assai meno alla tutela delle stesse risorse umane capaci di ottenere quei consensi da mettere a profitto non soltanto per se stessi bensì anche per l’intero partito. A riguardo, però, in casa Dem si sta peraltro tentando una mediazione per recuperare tali esponenti di peso e quindi i loro tanti simpatizzanti. Che tuttavia non paiono inclini a ricucire lo strappo, quantomeno a breve. Dato da tenere in debito conto.

Comunque sia, le strategie del centrodestra in città nella delicata fase attuale non possono non passare da un maggiorente quale il presidente dell’assise di Palazzo Campanella Filippo Mancuso a cui toccherà almeno il fondamentale ruolo di federatore per le decisioni politiche essenziali inerenti alla sua Catanzaro.
Ed è di conseguenza a lui, così come agli altri big dello schieramento, che toccherà l’arduo compito di sciogliere un nodo. Gordiano, per giunta. Vale a dire l’individuazione di un candidato a sindaco che vada bene a tutti. Ma proprio a tutti. E lo mettiamo in risalto considerato come si debba trattare di una personalità insomma capace di mettere d’accordo le varie anime. Impresa possibile unicamente riuscendo a far spegnere i numerosi appetiti per l’ambitissima poltrona di primo cittadino. Una sedia che tuttavia non è l’unico pezzo pregiato della grande collezione di importanti cariche da spartire fra i componenti del fronte vincitore.