Terremoto politico al Comune di Catanzaro. Dopo le dimissioni di alcuni consiglieri della minoranza, a seguito dell’eco mediatica della trasmissione “Non è l’Arena” di Giletti sull’inchiesta “Gettonopoli”, arrivano quelle della maggioranza con le dimissioni di 11 consiglieri e 4 assessori appartenenti a Forza Italia.

 

Tallini muove contro Abramo

Al momento, tra chi ha annunciato le dimissioni e chi le ha già presentate, dimissionari e presunti tali sono a quota 14, ma ne servirebbero almeno 17 per far cadere la consiliatura. L’Amministrazione Abramo potrebbe essere a rischio, ma al momento nessun consigliere di Forza Italia ha formalizzato le dimissioni. C’è anche chi sospetta che sia solo una strategia politica del coordinatore provinciale Mimmo Tallini per tenere sotto scacco il sindaco anche a seguito del suo avvicinamento alla Lega di Matteo Salvini che a Catanzaro, incontrando Abramo, non ha risparmiato parole di elogio per le sue capacità amministrative.

In molti hanno pensato ad una possibile investitura per un posto in giunta ed è quindi evidente che sulla vicenda incidano i futuri equilibri del centrodestra cittadino dopo il voto alle regionali. Una riunione di maggioranza è prevista in queste ore nella sede della Provincia di Catanzaro. 

 

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«Marco Polimeni al macello mediatico»

Il tritacarne mediatico e le polemiche scaturite dalla partecipazione alle puntate andate in onda su La7, sono state particolarmente forti per il presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni. A dare il colpo finale è stato il padre, Lino Polimeni che sia ai microfoni di Non è l’Arena che attraverso una diretta sulla sua pagina facebook, si è schierato contro il figlio ed ha accusato «i lupi della politica che lo hanno mandato al macello».

 

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Le dimissioni di Bosco e Fiorita

I consiglieri di minoranza Gianmichele Bosco e Nicola Fiorita sono arrivati in comune di buon mattino ed hanno protocollato le loro dimissioni, così come annunciato ieri sui social network. Dopo un mese di sostanziale silenzio sulla vicenda, il clamore mediatico ha scosso la politica: «Volevamo dimetterci subito dopo l'inchiesta – hanno detto Fiorita e Bosco – ma molta gente ci chiedeva di rimanere. Avremmo voluto comunque farlo a seguito di un incontro pubblico con i cittadini, ma lo avremmo potuto fare solo dopo l’interrogatorio con il pm che abbiamo chiesto subito, ma ci è stato fissato solo a febbraio. Le trasmissioni televisive hanno travolto la credibilità della classe politica che ci amministra. Il clamore ha anche il suo peso perché rendere impossibile operare. Noi siamo sicuri delle nostre condotte e lo dimostreremo». L’interrogatorio con il pm è fissato il 7 febbraio per Fiorita ed il 14 di febbraio per Bosco. 

 

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Via anche Celia e Guerriero

A formalizzare le dimissioni, annunciate ieri, anche i consiglieri Fabio Celia e Roberto Guerriero. Nella loro lettera di dimissioni, i consiglieri Bosco, Fiorita e Guerriero, che ieri hanno pubblicato un lungo post su facebook spiegando le ragioni delle loro dimissioni, hanno così scritto: «Con la presente rassegna le proprie dimissioni irrevocabili ex art.30 del Tuel dalla carica di consigliere comunale del Comune di Catanzaro».

 

Fabio Celia nella sua lettera di dimissioni ha dichiarato che «alla luce degli ultimi fatti – si legge nella lettera - che hanno messo in evidenza la totale assenza di autorevolezza di questo Consiglio comunale, ritengo necessario dimettermi auspicando le dimissioni dell’intera Assemblea, affinché possa essere riconsegnata ai cittadini la possibilità di esprimere attraverso elezioni un nuovo Consiglio rappresentativo delle esigenze della città. Condanno fortemente la mancanza di un’assunzione di responsabilità da parte dei consiglieri comunali, che, dopo l’inchiesta denominata gettonopoli e dopo le trasmissioni TV andate in onda su canali nazionali, fortemente discriminatorie nei confronti dei catanzaresi e della nostra personale credibilità di consiglieri comunali, non sono mai stati convocati in nuova Assemblea». 

 

«Tale condizione ha generato la paralisi dei lavori e dei ruoli – ha detto ancora Celia - pertanto non ha più senso far parte di un Consiglio comunale fantasma, di fatto delegittimato nelle sue funzioni. Certo che ogni collega consigliere saprà dimostrare la propria estraneità alle irregolarità contestate dalla Procura di Catanzaro, rimetto le mie irrevocabili dimissioni da consigliere comunale, ringraziando il mio gruppo Fare per Catanzaro e il mio capogruppo per la valida esperienza condivisa».