È ancora lunga e piena di ostacoli la strada che da Palazzo De Nobili si snoda verso l’ultimo piano della Cittadella regionale per il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. E potrebbe anche non passare per la conquista dello scranno più alto a Palazzo di Vetro. L’ultima campagna elettorale, quella per le amministrative e culminata con il trionfo del centrodestra, ha già insegnato al primo cittadino che ben più temibili degli avversari esterni solo i suoi stessi alleati di governo, quelli che in questi giorni velatamente remano contro per frenare una sua possibile autocandidatura alla Regione. E in effetti il comunicato dato in pasto sabato alla stampa al termine di una riunione interpartitica delle forze di centrodestra potrebbe rientrare nel quadro di una strategia ben più ampia e tesa a ridimensionare le ambizioni politiche del primo cittadino che a quella riunione, appunto, ha deciso di non partecipare.

 

Assenza giustificata

C’erano proprio tutti, dagli storici alleati di Forza Italia agli esponenti del gruppo dell’ex senatore Piero Aiello, dalla neo deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro ai rappresentanti dell’Udc fino ai consiglieri comunali in quota Officine del Sud, movimento che fa riferimento a Claudio Parente e quelli direttamente riconducibili allo stesso sindaco Sergio Abramo. Ma lui, il candidato designato alla corsa per le elezioni provinciali d’autunno, era assente. Probabilmente un tentativo di smarcarsi o di tenersi temporaneamente fuori dalla mischia per capire se dietro la precipitosa fuga in avanti degli alleati non si nasconda in realtà un’abile manovra al retrogusto di tagliola. L’assenza è stata infatti letta come un’implicita richiesta di garanzia, ossia che l’offerta di una sua candidatura alle elezioni provinciali non escluda contemporaneamente la corsa alle regionali.

 

Provincia o Regione?

Come si sa, al ruolo di presidente della Provincia possono ambire solo i sindaci e l’elezione di Sergio Abramo a Palazzo di Vetro rappresenterebbe, al contrario, un’ottima soluzione per chi vuol tenerlo lontano dalla corsa alle regionali. La candidatura e l’eventuale vittoria rischierebbe infatti di far saltare non uno ma due banchi assieme: il Comune che andrebbe dritto verso il commissariamento e la Provincia che rimarrebbe parimenti acefala.

 

Luana Costa