L'attuale presidente del consiglio comunale del capoluogo sarebbe il prescelto del leader forzista regionale Giuseppe Mangialavori, ma è una soluzione che non accontenta tutti nella coalizione
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Cosa accadrà nel centrodestra catanzarese dopo il “ritorno” di Mimmo Tallini? Che comunque la si pensi su di lui è (e resta) un protagonista assoluto dello scacchiere politico cittadino, adesso di nuovo pienamente in campo dopo essere stato prosciolto venerdì scorso dalla pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Domanda clou, che alla vigilia della campagna elettorale per le Comunali ormai in procinto di partire, ed entrare nel vivo, si stanno ponendo in parecchi, considerato come lo stesso ex presidente del consiglio regionale (al di là della vicenda giudiziaria in cui è rimasto coinvolto consegnata agli archivi, salvo appello della Procura) ormai da tempo non era più in sintonia (eufemismo!) con i vertici calabresi del suo partito. Una Forza Italia guidata a livello locale dal senatore Giuseppe Mangialavori, che sembrerebbe fortemente orientata sull’investitura del giovane Marco Polimeni quale candidato a sindaco in cima ai Tre Colli appunto in nome e per conto della coalizione a trazione forzista. Uno schieramento che tuttavia appare lacerato con parecchie componenti non in accordo (anzi in guerra aperta) fra di loro proprio sul delicato argomento della scelta del successore di Sergio Abramo al vertice di Palazzo De Nobili.
Basti pensare al fatto che Tallini in passato aveva espresso delle riserve sulla “soluzione Polimeni” (peraltro figlio del conduttore televisivo regionale Lino, mai tenero nei confronti di Fi e di Tallini), parlando della necessità di una concertazione fra le varie sensibilità di uno schieramento comunque obbligato a presentarsi ai nastri di partenza compatto e al solito molto competitivo. E proprio la coesione mancante, a prescindere da ogni altra considerazione, è il dato chiaro e oggettivo (al momento, almeno) con il conseguente giochino del toto-nomi sul papabile aspirante sindaco del fronte formato da Fi, Lega e Fdi. Malgrado ciò, in tale novero molti vorrebbero ricomprendere il presidente dell’Ordine Forense del capoluogo Antonello Talerico. Che piacerebbe a tanti membri di spicco delle forze di centrodestra e non solo. Peccato, però, che sullo stimato avvocato pare gravi la scomunica del citato plenipotenziario Mangialavori, il quale non ha digerito il ricorso di Talerico contro Michele Comito e Valeria Fedele sulla loro asserita ineleggibilità, al vaglio dell’autorità giudiziaria adita, per l’assise di Palazzo Campanella alle elezioni di inizio ottobre 2021.
Un’ipotesi, quella della revoca del mandato a Comito e Fedele, che se confermata dal Tribunale consegnerebbe - “manco a dirlo” - il seggio a Talerico oltreché a Silvia Parente. Eppure la possibilità che il presidente degli avvocati diventi primo cittadino in barba a ogni altro discorso piace a tanti, persino a volti notissimi del centrodestra nazionale come Vittorio Sgarbi il quale il giorno della presentazione ufficiale della candidatura dello stimato penalista aveva proposto - collegato da remoto - un endorsement in suo favore. Ma è in particolare in ambito local che molti spingono in tal senso, persino al di fuori della stretta cerchia politica, lavorando dietro le quinte per rendere possibile un simile scenario. Tentativo che potrebbe portare alle estreme conseguenze di una spaccatura con la nascita di un polo civico sulla falsariga della Nuova Alleanza. Che nel 2006 sfiorò la vittoria con dentro pezzi di destra e di sinistra, passando per il centro, della città.