A Catanzaro non c’è aria, nell’immediato, di elezioni anticipate, a meno di dimissioni irrevocabili del sindaco, Nicola Fiorita, gesto che molti osservatori ritengono allo stato improbabile. Solo un logoramento insostenibile potrebbe indurre Fiorita alla resa definitiva.
Si è aperta, però, con l’azzeramento della Giunta comunale deciso dal primo cittadino, una partita politica molto complessa e articolata che guarda, indirettamente, anche alle prossime scadenze elettorali (regionali e politiche).
Una prima novità è quella della fine di una sorta di anomalia sistemica che vedeva governare assieme il centrosinistra di Fiorita, sostenuto da una squadra di consiglieri attestata molto al di sotto della maggioranza necessaria di 17 sul totale di 32, e l’area che fa capo ad Antonello Talerico ormai collocato saldamente nelle file del gruppo regionale di Forza Italia. È pur vero che Talerico sostenne Fiorita già al momento del ballottaggio, ma il suo successivo solido posizionamento nel partito di Tajani, pilastro del centrodestra sia alla Regione sia al Governo nazionale, gli ha imposto una riflessione profonda, nonché un potente richiamo alla coerenza politica, anche a prescindere dalle stesse valutazioni sull’andamento della vita amministrativa a Palazzo de Nobili.

Le barricate contro Fiorita

Il chiarimento, quindi, sembra essere definitivo, senza nascondere i soliti possibili giochini di palazzo. Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale, eletto con la Lega, e Antonello Talerico, consigliere regionale e comunale di Forza Italia, stanno alzando le barricate, posizionano i cannoni e attaccano Fiorita a viso aperto. All’opposizione, ovviamente, anche i due consiglieri di Fratelli d’Italia che hanno come riferimento Wanda Ferro, sottosegretaria di Stato all’Interno.

Il dialogo

Le cronache locali stanno dando fiato a un possibile dialogo costruttivo fra Valerio Donato e Nicola Fiorita, i due candidati a sindaco che si scontrarono con veemenza al ballottaggio. Basterebbe sfogliare le pagine e i link delle testate giornalistiche di questi ultimi due anni per comprendere a quale livello di scontro dialettico, davvero duro e senza esclusione di colpi, siano giunti Donato e Fiorita. Ma la politica è l’arte del possibile e deve sempre tener conto delle evoluzioni collettive e personali. Mai dire mai!

Fiorita non ha una maggioranza consiliare

Ci sono poi da valutare le singole posizioni di consiglieri indipendenti o aderenti al gruppo misto, ma Fiorita sa bene che dare all’esterno l’immagine negativa di potenziali accordi politici con singoli, senza il supporto di una prospettiva alta, non farebbe che aggravare un contesto generale già molto deludente e impopolare.
Fiorita non ha una maggioranza consiliare, però è stato scelto dai cittadini per avviare una fase di rinnovamento e di discontinuità. Se si è giunti a questo punto, evidentemente, più di qualcosa non è andato per il verso giusto. Il professore universitario in servizio all’Unical può insistere sulla legittimità del mandato popolare, ma non può ipotizzare, a meno di un’ulteriore fase di clamorosa discesa, soluzioni politico-amministrative non sorrette da scelte pesanti, coerenti, responsabili, comprensibili, spiegabili. Una sorta di Giunta tecnica, di altissimo profilo, nella quale recuperare solo qualche isolata presenza già sperimentata e di tipo fiduciario, potrebbe essere la soluzione da proporre alla Città capoluogo, al Civico consesso, alle forze politiche e sociali. Catanzaro è ricca di professionalità adeguate, ma anche di politici o burocrati e servitori dello Stato di lungo corso che potrebbero offrire garanzie di imparzialità.

Mancuso chiede le dimissioni del sindaco

Tornando ai “no” irremovibili, Filippo Mancuso fa un ragionamento che abbandona la scala dei grigi: «Un eventuale accordo tra Fiorita e Donato sarebbe un tradimento politico grave della volontà popolare in quanto sono stati contrapposti e alternativi nei due turni di voto. Sarebbe assurdo e improponibile immaginare che due candidati che si sono osteggiati anche con parole dure e cariche di significato ora si mettessero assieme senza alcuna coerenza con le dirimenti proposte presentate agli elettori e ai cittadini».
Ecco quindi che Filippo Mancuso chiede le dimissioni del sindaco, e lo fa senza tentennamenti. Antonello Talerico, invece, si appella al ricompattamento del centrodestra ed all’avvio di una battaglia politica risolutiva, ricordando ai catanzaresi e ai consiglieri del gruppo Donato tutte le contestazioni pesanti rivolte al sindaco nel corso della legislatura (si veda un suo recentissimo post su Facebook): espliciterà ancora meglio le proprie posizioni nel corso di un’apposita conferenza stampa che dovrebbe essere indetta ad horas.

Lo scenario

Il quadro politico è nebuloso, tendente al maltempo. Soluzioni al ribasso o difficilmente digeribili intaccherebbero ulteriormente l’immagine di Nicola Fiorita, uno dei progressisti calabresi che ha in mente percorsi più lunghi e durevoli. Il centrosinistra è chiamato a dimostrare grande maturità e a difendere il ruolo del primo cittadino, a costo di sacrifici che saranno inevitabili. Il centrodestra che proprio nei comuni maggiori ha accumulato una serie di pesanti sconfitte (Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, Corigliano-Rossano…), mentre alla Regione e al Parlamento può vantare maggioranze ampie e stabili, ha l’opportunità di serrare i ranghi e di rilanciare riflessioni politiche dotate della necessaria visione. Più in generale l’amore viscerale per le sorti di Catanzaro (e non solo per i colori giallorossi!), nonché l’isolamento di atteggiamenti ispirati dalla sola pura gestione del potere, peraltro fine a se stessa, potrebbero partorire un miracolo che richiede tanta generosità e autentico spirito civico.