Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Si è dimesso dal ruolo di presidente della terza commissione il consigliere comunale di Catanzaro, Francesco Gironda, appartenente al gruppo Officine del Sud-Fratelli d’Italia. Il movimento ha tenuto però a precisare che «le dimissioni del consigliere sono dovute esclusivamente a ragioni di natura personale e lavorativa che impediscono la normale prosecuzione dell’incarico». Senza intaccare gli equilibri politici interni già determinati all’inizio della nuova consiliatura, in sostituzione di Francesco Gironda sarà proposto il secondo consigliere eletto del medesimo gruppo, Giuseppe Pisano.
!banner!
Le crepe della maggioranza
«Abbiamo appreso da una comunicazione inviata dall’ufficio di presidenza delle dimissioni del consigliere Francesco Gironda da presidente della terza commissione Risorse finanziarie e affari generali», scrivono in una nota i consiglieri di opposizione Fabio Celia, Cristina Rotundo, Eugenio Riccio, Sergio Costanzo e Roberto Guerriero. «Una notizia che mette in evidenza le crepe di una maggioranza che si mostra tutt’altro che compatta e unita, come vorrebbe dimostrare, e che, forse per la prima volta nella storia al Comune di Catanzaro, vede dimettersi un consigliere eletto dalla guida di una commissione a nemmeno due mesi dall’insediamento dell’assise. Ringraziamo il consigliere Gironda per il lavoro finora svolto, esprimendo il nostro rammarico per una situazione che ha penalizzato una persona dalle grandi potenzialità. Evidentemente avrà avuto le sue ragioni. Una riflessione politica è, dunque, doverosa su questo primo scorcio di un’amministrazione che è ancora alla ricerca dell’equilibrio perduto, incapace di far convivere i diversi schieramenti senza arrivare allo scontro. Questa conflittualità si riflette, dunque, sul funzionamento delle commissioni che si sono, fin da subito, caratterizzate per i protagonismi e la difficoltà nel costruire un confronto costruttivo. Il primo segno di fallimento della maggioranza non è tardato ad arrivare, ma pensavamo almeno che si potesse arrivare a mangiare il panettone. Il sindaco Abramo non può sottrarsi ad un giudizio davanti a questo episodio, evidentemente il suo appeal personale e politico non è sufficiente a tenere le redini di una squadra senza identità che alle prime difficoltà è destinata a sciogliersi come neve al sole».
l.c.