Se il consiglio comunale di ieri fosse stato un match di volley, si sarebbe potuto commentare che il fidato capogruppo del Misto Eugenio Riccio - impiegato nel ruolo di alzatore - ha appunto servito la palla allo schiacciatore Sergio Abramo per permettergli di metterla a terra nel campo opposto al fine di segnare uno dei suoi tanti punti-partita. E, diciamolo con chiarezza, non già perché nelle fila dell’opposizione, sempre più risicata peraltro dopo il ritorno di Sergio Costanzo alla “casa madre” del centrodestra, non abbiano provato a fare il loro mestiere (leggasi ad esempio: efficaci sortite di Jonny Corsi e puntualizzazioni di Nunzio Belcaro) bensì per la capacità del sindaco e della compagine da cui è supportato di saper fare di necessità-virtù.

Di saper insomma rintuzzare con grande efficacia ogni affondo proveniente dallo schieramento avverso, facendo sì che cada nel vuoto. Comunque sia, la seduta di 24 ore orsono è stata caratterizzata dalla mancata presentazione della mozione di sfiducia ai danni del presidente dell’assemblea Marco Polimeni. Iniziativa, oltretutto non nuova quest’ultima dopo il tentativo andato a vuoto un anno fa più o meno, annunciata nella giornata di mercoledì scorso in base alle solite voci sulla scorta di un accordo tra Forza Italia e il rientrante nel centrodestra (ma forse anche in un’area vicina a Fi e al suo maggiorente locale Mimmo Tallini) Costanzo che peraltro ha - in maniera insolita per lui - dato forfait nel civico consesso, assentandosi. Curiosa coincidenza, va chiosato.

L’atto anti-Polimeni è però “abortito”, com’è stato commentato con soddisfazione dagli aficionados dello stesso rampante Marco, in un’assise tuttavia in preda a una sorta di perenne clima (da un paio d’anni a oggi, almeno) da ultimo giorno di scuola. Un’atmosfera strana, in cui i problemi si dribblano più che essere affrontati. Tant’è vero che, mutuando le parole del consigliere aielliano Ezio Praticò, il quale - parlando però di tutt’altro - ha citato Andreotti con il più celebre degli aforismi del Divo-Giulio: “A pensar male si fa peccato, ma ci si indovina quasi sempre!”, si sarebbe portati a pensare a un guasto strategico dell’aria condizionata. Una rottura provvidenziale in una giornata, e in una settimana soprattutto, da bollino rosso per il caldo-record che ha reso sin da subito la permanenza in Consiglio quasi insopportabile. Così da accelerare la discussione e ancora una volta gettare la cenere sotto il tappeto in men che non si dica.

Al di là di tutto, illazione o sospetto fondato quello sul climatizzatore-crash, sta di fatto che alle “benevole domande” di Riccio - comunque soffermatosi su temi concreti, per la verità - è seguito il consueto e puntuale Abramo-show: «La Commissione preposta deve convocare Sorical, perché pare sia prossima la realizzazione di un acquedotto nella zona Sud che risolverebbe il guaio della carenza idrica in quella vasta area. Ai diportisti rendo noto che ci siamo attivati per la realizzazione nel “terzo specchio d’acqua del porto” di nuovi pontili in cui sistemare le barche, affidati alla Catanzaro Servizi. C’è poi il dato della riqualificazione degli immobili (popolari, ndr) in Viale Isonzo per cui bisogna dialogare attivamente con Aterp (l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica, ndr) e la procedura per reperire nuove aule scolastiche da destinare all’istituto Patari-Rodari in cui ogni anno le iscrizioni registrano un aumento».

Ma una menzione a parte merita quanto sostenuto sulla polemica relativa ai corsi di specializzazione di Medicina asseritamente scippati dall’Unical all’Umg. A riguardo un “troneggiante” e sicuro sindaco ha sentenziato: «Mi chiamano in causa perché anche se sugli Atenei è competente il Governo, io ho una funzione precipua nella vicenda. La realtà della questione è semplice: un giorno mi ha chiamato il nostro rettore, mostrandosi preoccupato per il fatto che a Cosenza avevano già preso accordi con Roma e Napoli per tali corsi inerenti alla parte informatica di Medicina e quindi al fine di prevenire il costituirsi di possibili assi fra l’Ateneo brutio e importanti realtà extraregionali, l’Unicz ha inteso giocare un ruolo. Vi spiego io, però, qual è il cuore del ragionamento: è l’integrazione, qui da noi, fra ospedale (riferimento all’Aopc e alla Mater Domini, ndr) e Università, che ci consentirebbe di vantare ben 700 posti-letto. A quel punto, infatti, Unicz diventerebbe intoccabile perché avremmo un’azienda unica che sarebbe inattaccabile. Altro che storie e piccole faccende di campanile».

Ma la chiusura dell’intervento abramiano è ancor più netta: «C’è una lobby che non vuole l’integrazione fra Umg e Aopc. Sarebbe il punto fondamentale su cui fare piena luce, arrivando finalmente a una soluzione. Ecco la battaglia vera per Catanzaro, altro che storie. Perché i Corsi di cui tanto si parla hanno peraltro professori tutti provenienti dalla nostra città sulla base di un accordo che per giunta vale per 12 anni. Se invece si facesse l’integrazione, si sbloccherebbero i 200 milioni di euro statali utili alla costruzione immediata di un modernissimo nosocomio catanzarese. Detto ciò, permettetemi di precisare un ultimo aspetto di diverso tenore inerente alle costituzioni di parte civile del Comune nei processi in cui è in qualche modo vittima, che sono decise dall’Ufficio Legale. Non da me».