In un clima preelettorale sempre più incalzante entrano nella fase finale due bandi per tre assunzioni. Anche chi non conquisterà il posto fisso "vincerà" perché entrerà in graduatoria per nuove opportunità di lavoro
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L’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro è stato preda in questi anni di “giochetti” della politica, di scandali e inchieste di varia natura, tra cui le ultime sugli appalti, sui furbetti del cartellino e assenteisti seriali.
Ma è sui concorsi e le assunzioni che spesso si è suscitata la peggiore indignazione, perchè giovani e meno giovani che tentano dopo anni di studio e impegno di occupare determinati posti di lavoro messi a bando si trovano spesso scalzati dal “più ammanigliato” di turno.
È il caso di due concorsi banditi a fine 2017 dall’allora direttore generale Giuseppe Panella, manager di nomina oliveriana, da pochi mesi nominato dal commissario Domenico Sperlì direttore sanitario dell’Asp di Crotone, in cui si intrecciano conoscenze, parentele, legami politici e aspirazioni per gli “amici degli amici” della politica, della burocrazia regionale e... dello stesso Ospedale Pugliese.
Il presidente di commissione si “autonomina”
Succede, quindi, che con deliberazione 352 del 22 dicembre 2017 è stato indetto un concorso pubblico per un posto a tempo indeterminato per “assistente amministrativo”.
Il responsabile del procedimento è l’avvocato Vittorio Prejanò, direttore del dipartimento amministrativo e già consulente del dipartimento salute della Regione Calabria voluto da Mario Oliverio. Recentemente è finito, nella qualità di dirigente risorse umane dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio, nell’indagine “Mezzo Servizio” coordinata da Nicola Gratteri, accusato di abuso d’ufficio per non aver impedito l'assenteismo seriale del dipendente Salvatore Scumace. È noto alle cronache anche per essere marito dell’avvocata Elga Rizzo, recentemente nominata direttrice amministrativa del Policlinico di Catanzaro. La Rizzo è stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio dal Gip del Tribunale di Vibo Valentia lo scorso dicembre in una indagine riguardante la selezione del direttore del Distretto sanitario unico dell’Asp, caduta su un medico, in realtà, incandidabile.
Tra le ombre di questo concorso si sottolinea che con la delibera dirigenziale 265 dell’11 giugno 2018, firmata dal citato Panella, è stata nominata la commissione d’esame col compito di giudicare i numerosi aspiranti nelle tre prove previste dal bando: scritta, pratica e orale. A controfirmarla, con relativo attestato di conformità alla legge, è il responsabile del procedimento Vittorio Prejanò, che è nominato anche presidente della stessa commissione giudicatrice.
Con lui Pasquale Santaguida, recentemente rinviato a giudizio nell’ambito dell’operazione “Cartellino Rosso” sull’assenteismo nell’ospedale catanzarese, mentre segretaria di commissione è stata inizialmente nominata Viviana Marasco, sorella di Daniela Marasco, già segretaria del presidente di Regione, Mario Oliverio (poi le è subentrata Giuseppina Cassadonte).
Un concorso lungo una legislatura
Il risultato della prova scritta, tenutasi il 24 gennaio 2019, è arrivato in pieno clima pre-elettorale, il 20 dicembre 2020. Rinviate le elezioni causa Covid-19, l’esito della seconda prova, quella pratica, è arrivato il 21 giugno, pochi giorni fa, in un rinnovato clima di elezioni.
In attesa dell’ulteriore e ultima scrematura, che vedrà un solo vincitore di un posto di lavoro a tempo indeterminato, è bene precisare, però, che la normativa consentirà di attingere alla graduatoria che si formerà per altri posti di lavoro. Come già previsto nella legge di bilancio 2020, le amministrazioni pubbliche possono utilizzare le graduatorie dei concorsi pubblici (entro due anni dalla loro approvazione). È consentito, quindi, alle pubbliche amministrazioni scorrere le proprie graduatorie e poter utilizzare le graduatorie di altri enti (come recentemente emerso alle cronache nazionali a seguito dello scandalo “concorsopoli” in Regione Lazio, con amici degli amici “pescati” da un concorso del Comune di Allumiere”).
Sarà per questo che, in un clima da intrallazzo generale, si accingono a comporre la graduatoria molti nomi noti alla politica.
Gli amici degli amici
A passare le prime due prove del concorso, in attesa di veder stilata la graduatoria finale, troviamo Antonio Menniti, già direttore amministrativo della Fondazione Tommaso Campanella quando Baldo Esposito ne era direttore generale e divenuto poi suo portaborse dopo il balzo nel Consiglio regionale.
Presente anche Cristina Mungo, portaborse del consigliere regionale del gruppo misto Francesco Pitaro, dato in avvicinamento al Pd e figlia dell’ex assessore comunale all’ambiente di Sergio Abramo, Giampaolo Mungo, condannato il mese scorso con rito abbreviato per traffico di influenze illecite a 9 mesi di reclusione.
In “quota dem” troviamo Maria Giovanna Pascuzzi, moglie del Alberto D’Arrò, segretario Pd di Soveria Mannelli; Daniela Critelli, già segretaria Pd di Catanzaro lido e Francesca Pisterà, nipote di Marcello Furriolo, ex sindaco Dc di Catanzaro poi approdato al Pd.
In lista anche Paola Pregoni, ex segretaria giovani Udc di Soverato e Vanessa Cantafio, ex moglie del presidente della commissione urbanistica del Comune di Catanzaro e fedelissimo di Sergio Abramo, Fabio Talarico.
L'ex presidente del Consiglio regionale, Tonino Scalzo, vede in lista il suo genero, Saverio Bartolotta. Presente anche Salvatore Censore, figlio dell’ex deputato dem Brunello Censore.
In lista anche Stefano Calvetta, figlio dell’ex dirigente regionale Bruno Calvetta; Monia Biamonte, figlia di Peppino Biamonte, ex dirigente regionale del dipartimento salute e Gianluca Franco, nipote dell’impiegato nello stesso dipartimento (ed ex candidato regionale di Fratelli D’Italia, oltre che consigliere comunale di Stilo) Vincenzo Marulla.
In “quota Pugliese” troviamo molti figli d’arte, tra cui Raffaella Mancuso, figlia del dirigente medico Luigi Mancuso; Rosaria Cavallaro, figlia del funzionario Paolo Cavallaro; Stefania Del Duca, figlia del funzionario Cosimo del Duca e Daniela Fondacaro, nipote della funzionaria Laura Fondacaro.
Concorsi “intrecciati”
Laura Fondacaro, però, è componente di commissione di un altro concorso, quello per due posti come “collaboratore amministrativo” a tempo indeterminato, bandito negli stessi giorni dell’altro. Presidente di commissione (e responsabile del procedimento) è anche qui, coma da delibera 264 dell’11 giugno 2018 (coeva a quella dell’altro concorso), Vittorio Prejanò.
E se nel primo concorso a superare le prove è stata la parente della Fondacaro, qui a superare la prova scritta è stata Daniela Mascaro, la citata ex segretaria di Mario Oliverio, la cui sorella era stata nominata segretaria della commissione dell’altro concorso.
In quest’altra prima graduatoria, in attesa delle altre prove, troviamo, tra gli altri, Maria Stella Vinci, moglie del consigliere regionale del Pd Luigi Tassone; Paolo Reitano, segretario Pd di Serra San Bruno; Marco Gigliotta, assessore comunale di Settingiano e “grande elettore” del consigliere regionale Baldo Esposito.
Insomma, in attesa delle graduatorie definitive e del loro utilizzo, i due concorsi più “chiacchierati” dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro continuano un iter che i maligni dicono si concluderà entro la data delle elezioni regionali, con buona pace dei calabresi (senza sponsor) costretti ad emigrare per lavorare.