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“Le dure accuse lanciate dal dottor Tonino De Marco nella sua conferenza stampa non possono passare, per la loro gravità, sotto silenzio. Esse contengono due verità e altrettante contraddizioni”. Lo scrive in una nota il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, a seguito delle dichiarazioni rese dall’ormai ex candidato sindaco del polo di centro Tonino De Marco annunciando il suo ritiro dalla corsa a Palazzo De Nobili.
“La prima verità rivelata dal dottor De Marco è che questa campagna elettorale è influenzata da poteri economici estranei alla politica. De Marco, cito testualmente dalla stampa, riferendosi allo scioglimento della coalizione di centro, dice che “esistono voci di corridoio che suggerirebbero che ispiratori di tale opzione possano essere stati ambienti economici interni, per rafforzare la potenzialità elettorale di Ciconte e sconfiggere Abramo”. È una verità che avevo anticipato molti mesi fa, quando nel mio messaggio di Ferragosto ai Catanzaresi, avevo detto che nei “salotti buoni” della città si stava studiando il modo migliore per mandarmi a casa, probabilmente a causa dei miei molti “no”. Le pesanti ingerenze sulla campagna elettorale si stanno consumando anche con inaccettabili pressioni nei confronti dei miei candidati e delle mie liste.
La seconda verità di De Marco riguarda il ruolo di consiglieri uscenti che, sono sempre parole testuali dell’ex candidato sindaco di centro riportate tra virgolette dai giornali, “che sono titolari di pacchetti di voti personali, legati a situazioni professionali, di quartieri o di famiglia, disponibili a navigare da uno schieramento all'altro con grande disinvoltura e senza problemi di collocazione politica e ideale o culturale, che condizionano la vita politica e amministrativa della città”. Dice anche De Marco che non sarebbe stata digerita la sua proposta di rinunciare all’indennità che si sarebbe riversata a cascata sui consiglieri. Se queste sono le verità del dottor De Marco, ben più clamorose sono le sue contraddizioni.
La prima. Perché solo ora De Marco si accorge che nella sua coalizione sono presenti “ambienti economici” e consiglieri titolari di pacchetti di voti? Se la sua candidatura non fosse stata silurata, avrebbe detto le stesse cose? La seconda contraddizione, ancora più clamorosa, riguarda la scelta di sostenere l’aggregazione guidata dall’on. Ciconte, dimenticando che su quella via è stato preceduto proprio da coloro che lo hanno scaricato e che ritroverà puntualmente lì. E perché, ci domandiamo, prima di dire “sì” all’on. Ciconte non gli ha posto la questione sbandierata con enfasi durante la conferenza stampa?
Sono costretto a citare nuovamente il virgolettato riportato dai giornali: “Alla fine, le scelte delle coalizioni sono eternamente condizionate dalle transumanze e dai ricatti dei consiglieri e dei portatori di voti e dalle loro valutazioni sulla opportunità o meno di collocazione in una lista a seconda delle potenzialità di elezione, non sulla base della condizione politica e ideale. E le scelte amministrative della città rimangono ancorate ai condizionamenti dei consiglieri che fanno pesare i loro voti e la loro capacità di ricatto, non ai programmi e alle esigenze della città. Se non si scioglie questo nodo, con il coraggio dei partiti e dei movimenti della società civile catanzarese, non c'è possibilità di progresso e di riscatto per Catanzaro”. Non ci parli di scelta ideologica il dottor De Marco, perché allora avrebbe potuto, come hanno fatto altre liste dell’ex centro, puntare su una sinistra forse demagogica e inconcludente, ma sicuramente più coerente”.
l.c.