Reggio Calabria - E' terminata, oggi, intorno alle 13.50 l'udienza del processo di primo grado che vede alla sbarra l'ex ministro Claudio Scajola, e Maria Grazia Fiordalisi, ex segretaria dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, entrambi accusati a vario titolo di aver aiutato l'ex parlamentare di Forza Italia, tuttora in fuga a Dubai, a sottrarsi a una condanna definitiva per mafia, come ad occultare il suo immenso patrimonio.


Scajola non ha fatto in tempo ad arrivare in aula e l'udienza è terminata senza di lui. L'aereo sul quale viaggiava l’ex ministro, infatti, partito questa mattina da Fiumicino a Roma, non è potuto atterrare a Reggio Calabria per il maltempo. Atterrato a Lamezia Terme, Scajola, ha cercato di raggiungere in macchina Reggio Calabria ma, non è riuscito ad arrivare in tribunale, prima della fine dell'udienza. Nel corso dell’udienza l’avvocato Giorgio Perrone, difensore di Scajola ha presentato la revoca degli arresti domiciliari per l’ex ministro “ Scajola è rimasto in carcere per sei mesi , ha ricordato il legale, e la pena minima per il reato contestato è di tre". Per questo ha sostenuto che non sussistano più le esigenze cautelari che avevano portato a decidere per la detenzione.


L’avvocato Perrone ha, inoltre, aggiunto che "non ci sono elementi per pensare che Scajola potrebbe commettere lo stesso reato o reati della stessa specie, perché trattasi di reato che nasceva dal suo rapporto con la signora Rizzo, rapporto che ora non sussiste".