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«Quanto sta avvenendo al Comune di Reggio Calabria non può lasciare indifferente nessuno e, soprattutto, l’aspetto della contesa e del regolamento dei conti tutto interno alla Giunta, con l’estromissione dell’assessore Angela Marcianò da parte del sindaco Falcomatà, deve poter esser letto ed analizzato da più angolazioni possibili». Sull’argomento è intervenuto Umberto Paviglianiti, esponente Azione identitaria Calabria. «Proprio il Comune di Reggio Calabria nei prossimi anni sarà interessato da una pioggia di finanziamenti di vario genere, tutti soldi da investire dal Decreto Reggio ai Patti per il Sud passando per importanti riqualificazioni edilizie ed infrastrutturali.
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Cospicui finanziamenti
Un giro vertiginoso di denaro pubblico, dunque, che supera i 500 milioni di euro e che, alla luce delle dichiarazioni rilasciate dalla Marcianò riguardo alla gestione dei lavori pubblici non adeguate al nuovo codice degli appalti secondo la stessa, quantomeno in una città come Reggio Calabria dovrebbe essere messo in evidenza e controllato dalla Procura, la quale sicuramente starà procedendo in questa direzione ma che forse dovrebbe accelerare l’iter in virtu’ dell’imminenza della disponibilità di tali fondi nelle casse comunali che, senza più l’assessore di riferimento alla quale è stata tolta la delega in una strana tempistica provvidenziale, potrebbe divenire tutt’altro che conveniente.
L’amministrazione ha responsabilità politiche e amministrative
Nessuna caccia alle streghe va fatta, quest’amministrazione ha obiettivamente delle responsabilità politiche ed amministrative che sono ben evidenti ed i cittadini reggini hanno ben saldo il polso della situazione, ed è proprio per avere una massima tutela e garanzia di trasparenza e legalità, specie in questa nuova fase politica di Palazzo San Giorgio, che noi di Azione Identitaria chiediamo l’invio al Comune di una commissione d’accesso affinchè passi al setaccio e monitori tutti gli atti amministrativi.
Il ministro dell’Interno Marco Minniti sia chiamato a svolgere il suo ruolo ed in maniera distaccata ed oggettiva, visto che lo stesso è oltre che reggino anche dello stesso partito del sindaco Falcomatà.
Una presenza dei commissari potrebbe guardare in direzione di una effettiva o meno permeabilità mafiosa del Consiglio Comunale stesso, dal momento che la stessa magistratura ha rilevato una stretta connessione tra ndrangheta e gli uffici comunali dai quali passano tutte le pratiche relative ad appalti e finanziamenti, e dovrebbe quindi scongiurare possibili e di certo non nuovi, purtroppo per Reggio Calabria, condizionamenti mafiosi all’interno del palazzo comunale della città dello Stretto».