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Il caso Bilardi rischia di spaccare il Nuovo centrodestra ed avere pesanti ripercussioni anche per il Pd, sia a livello nazionale che regionale. Il gruppo dei senatori calabresi (Gentile, Aiello, lo stesso Bilardi ai quali si è aggiunto stabilmente Viceconte dalla Basilicata) esige lo stesso trattamento avuto da Azzolini qualche tempo fa. Anche allora la giunta per le autorizzazioni aveva votato sì all’arresto del senatore e poi l’Aula ribaltò il verdetto. All’epoca era stato lo stesso ministro dell’Interno Angelino Alfano a spendersi per ottenere il risultato. Stavolta, invece, il leader del partito sembra piuttosto indifferente alla situazione anche davanti alla minacce di fuoriuscita dal partito e di voto contrario alle riforme, a partire da quella del Senato. Addirittura Alfano avrebbe dato il via libera alle fuoriuscite pur di rimanere ministro e starebbe pensando, insieme ai suoi fedelissimi, ad un clamoroso passaggio al Pd.
I calabresi, insomma, sentono puzza di bruciato e stanno cercando nuove soluzioni. Una gli sarebbe stata offerta sul piatto da argento dall’ex plenipotenziario di Silvio Berlusconi, Denis Verdini. Dopo la sua fuoriuscita da Fi, Verdini è alla ricerca di un numero di senatori in grado di condizionare i delicati equilibri di palazzo Madama e di diventare fondamentale per il governo Renzi. In maniera tale da poter puntare ad un eventuale ministero in caso di rimpasto ed avere una base di partenza per fondare un nuovo partito politico. I fratelli Gentile sembra siano con le orecchie ben tese verso le offerte di Denis che in questo caso potrebbe anche intercettare il consenso di altri calabresi, come Pino Galati rimasto isolato in Fi dopo il flirt con Raffaele Fitto e anche Antonio Caridi, esponente del Gal, ma ancora in cerca d’autore.
L’operazione, però, si presenta ancora complessa da realizzare soprattutto dal punto di vista temporale e potrebbe non essere sufficiente ad aprire quel paracadute che Giovanni Bilardi attende con trepidazione.
Il sì ad un suo arresto, dunque, potrebbe segnare l’implosione del partito di Alfano e dare il via a giochi imprevedibili per la stabilità del governo. Renzi e il suo ministro dell’Interno si accolleranno davvero questo rischio? Lo scrutinio segreto con cui si voterà potrebbe agevolare le manovre di chi in questo momento si sta adoperando per tentare di evitare l’arresto, ma le possibilità di successo sono legate ad un filo.
Ovviamente molto dipenderà anche da come si determineranno i senatori del Pd e che orientamento deciderà di prendere la minoranza che tenta di mettersi di traverso a Renzi ad ogni occasione utile. In Calabria si attendono gli sviluppi, anche se un certo raffreddamento dei rapporti tra Ncd e Pd si è registrato anche in Consiglio regionale. Le dichiarazioni di Gentile dopo il provvedimento di inibizione ricevuto da Oliverio dopo la nomina di Gioffrè a commissario dell’Asp di Reggio, hanno segnato un certo distacco e annunciato la possibilità che anche a palazzo Campanella possa mutare l’attuale situazione.