Casellati no. Casini “ni”. Mattarella “bis” probabile, ma non scontato. Il toto nomi per l’elezione del XIII Presidente della Repubblica continua ad impazzare in Transatlantico e fuori dal Palazzo. Il flop registrato dal centrodestra che non ha trovato i voti, neanche al suo interno, per la candidata Maria Elisabetta Casellati – bocciata nella prima votazione di giornata - ha riportato la situazione in uno stato di stallo, con i partiti costretti ad una nuova notte di trattative per trovare un punto di convergenza. La seconda votazione di questo venerdì di passione ha pure registrato l’astensione del centrodestra, rimettendo la palla al centro di una partita che tutti sperano possa concludersi entro questo week end.

I nostri parlamentari, intercettati nella capitale, espongono le loro idee, senza sbilanciarsi troppo, ma provando ad indicare una via per uscire dall’impasse. E se il deputato forzista Andrea Gentile parla di «responsabilità», il collega Francesco Cannizzaro mostra di non disdegnare un’ipotesi centrista, ma non troppo, che conduce dritta a Pierferdinando Casini. Di parere opposto invece il democrat Antonio Viscomi, secondo cui un “Mattarella bis” non si può escludere a priori solo perché il Presidente uscente si è detto indisponibile a replicare il mandato appena concluso.

Cannizzaro (Fi): «Partita di Casini apertissima. Sarà una notte di fuoco»

«Ci siamo astenuti perché la quadra non si è trovata. Il centrodestra compatto, o quasi, ha sostenuto Elisabetta Casellati, sicuramente i numeri non hanno dato riscontro a quella che era l’impostazione del centrodestra. Credo sia tutto da rifare». Così il deputato reggino ha commentato a caldo l’esito della seconda votazione di giornata. Il flop della Casellati può creare malumori all’interno del centrodestra ma Cannizzaro, per il momento, fa il pompiere: «Non mi piace parlare di traditori, ma evidentemente ci sono stati deputati che l’hanno pensata diversamente sulla Casellati. In questa votazione abbiamo deciso di astenerci per guadagnare un po' di tempo per fare un ragionamento politico più approfondito nell’auspicio che domani si possa definire la partita. Per il resto posso dire poco, perché non c’è nessun nome nuovo da proporre. Al momento c’è ancora la Casellati». Insomma, sarà sicuramente una notte importante. «Il Paese non può più aspettare» dice Cannizzaro, poi, però, il numero dei 505 voti bisogna trovarli.

«Casini – argomenta il responsabile per il Sud di Forza Italia - credo abbia ottime chance così come altri nomi papabili. Io non escludo un Mattarella Bis, né Draghi. Gli scenari politici possono cambiare di ora in ora. Sicuramente la partita di Pierferdinando Casini è apertissima perché credo abbia tutte le condizioni per essere un degno rappresentante della nazione, per il curriculum e per l’equilibrio che ha sempre dimostrato. Ma è tutto in discussione e anche questa notte sarà una notte di fuoco dal punto di vista politico».

Viscomi (Pd): «Centrodestra rimetta i piedi per terra»

Sulla votazione che ha impallinato la presidente del Senato Casellati, contrariamente all’opinione diffusa, per Viscomi rappresenta un passo in avanti per la definizione del Presidente della Repubblica, figura che «richiede negoziazione, prove di forza o di debolezza come è successo oggi con la Casellati». È un negoziato, insomma, che richiede dei tempi.

«Stiamo dicendo dall’inizio che bisogna sedersi ad un tavolo e cercare un nome che sia condiviso e super partes. L’errore di oggi del centrodestra è stato quello di aver presentato una figura istituzionale come quella della Casellati come la candidata di una parte. Noi abbiamo una difficoltà enorme in questo momento che nasce da una maggioranza molto ampia al cui interno ci stanno due coalizioni, centrosinistra e centrodestra. La coalizione di centrodestra ha una variante aggiuntiva in quanto una parte sta all’opposizione. Far quadrare queste geometrie variabili è veramente difficile».

Per il deputato catanzarese a questo punto un po' più di ragionamento il centrodestra lo farà cercando di capire la strada per uscire da questa impasse, senza lanciare nomi tanto per buttarli. «Ieri – sottolinea Viscomi - Matteo Salvini ha lanciato tre nomi diversi, ma così non si riesce a negoziare. Avremmo bisogno di più silenzio e più ragionamento». Per lui esistono due livelli di negoziato, quello dei segretari di partito e quello dei parlamentari che aiutano nelle scelte i segretari.

Alla domanda se domani si profila un derby tra Mattarella e Casini, Viscomi risponde con una battuta: «Se sarà così mi sembra che questo derby avrà un vincitore esclusivo». Chiaro che il riferimento è al presidente uscente. E per sottolinearlo Viscomi cita Cassese, tirato spesso in ballo in questa fase: «gli incarichi pubblici non si cercano ma non si rifiutano. Io credo che il Presidente Mattarella in una fase come questa di emergenza, in cui c’è in gioco l’equilibrio del Paese, del governo, la realizzazione del Pnrr, penso che un ragionamento in più lo possa fare. Ma credo anche che, dopo la forzatura e la risposta dello stesso centrodestra che non ha votato la Casellati, sia necessario scendere con i piedi per terra, sedersi ad un tavolo e trovare un nome condiviso».

Gentile (Fi): «È una questione di metodo. Forza Italia prenda l’iniziativa»

«Come FI e come centrodestra abbiamo deciso di rompere gli indugi con grande responsabilità nazionale, anzitutto con quella dimostrata dal nostro presidente nel momento in cui ha rinunciato alla legittima aspettativa a candidarsi per porre di fronte agli interessi personali quelli del Paese. Seguendo questo percorso abbiamo deciso di rompere gli indugi perché la politica ha il diritto di scegliere e di rivendicare quelle scelte». È un Gentile determinato quello che al termine della prima votazione di giornata certifica che l’esito non è stato quello che ci aspettava - «ma abbiamo lanciato un grandissimo e alto profilo» dice auspicando l’apertura di una nuova che veda ancora protagonista il centrodestra.

«Mi auguro che tutti i partiti e in primis Forza Italia prendano una decisione importante convergendo su un nome di alto profilo e che possa finalmente rappresentare l’unità del Paese e possa essere garante di quasi tutto l’arco parlamentare o della maggioranza di essi. Ritengo che l’Italia abbia bisogno di un Presidente della Repubblica in tempi brevi perché abbiamo già perso troppo tempo in liturgie che gli italiani non capiscono».

«Casini? Ci sono tante personalità, e non voglio ridurla ad una partita di nomi. Anzi, non è una questione di nomi – conclude - ma di metodo e di fatti. Il modus operandi è fondamentale».