AUDIO | In un nuovo messaggio vocale inviato ad alcuni giornalisti il portavoce del presidente del Consiglio si lamentava delle pressanti richieste d’informazioni dopo il crollo del ponte
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Mi è già saltato Ferragosto, non mi stressate». Questa volta non c’è il sospetto di un leak pilotato, di una finta indiscrezione. Questa volta Rocco Casalino rischia davvero di pagare pegno. Il Giornale ha pubblicato in esclusiva un messaggio audio mandato dal portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e capo ufficio stampa di Palazzo Chigi ai giornalisti che lo chiamavano insistentemente all’indomani del crollo del ponte di Genova. È il 17 agosto, il viadotto Morandi è venuto giù due giorni prima portandosi appresso 43 vite e lasciando l’Italia sgomenta. Casalino è ovviamente pressato dai giornalisti che chiedono aggiornamenti continui dal Governo. A un certo punto, il responsabile della comunicazione dell’esecutivo Conte sbotta e registra un’audio che invia ad alcuni colleghi: «Basta, non mi stressate la vita. Io pure ho diritto a farmi magari un paio di giorni, che già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, San Rocco e Santo Cristo. Mi chiamate come i pazzi, datevi una calmata. Chiamate una volta, poi se mai mi mandate un messaggio e se ho qualcosa da dirvi ve la dico».
Le reazioni sono state veementi e affidate, come spesso succede in questi casi, a Twitter. «Crolla il Ponte di Genova e il portavoce del governo pensa al Ponte di Ferragosto? - ha scritto Renzi sulla piattaforma social più usata dalla politica - Ma dove siamo finiti con questo Casalino? Gli è saltato Ferragosto, poverino #RoccoVergogna». A chiederne le dimissioni è stato il segretario del Partito democratico Maurizio Martina, che ha twittato: «Ogni minuto che passa senza le dimissioni di Casalino è un'offesa per Genova e i genovesi. A casa, adesso!».
Sulla questione è stato poi costretto a intervenire lo stesso Casalino: «Sento di dover chiedere scusa per l’effetto prodotto da un mio audio privato finito sui giornali. Nelle mie parole non c'è mai stata la volontà di offendere le vittime di Genova. Offende, invece, l’uso strumentale che alcuni giornali stanno facendo di questa tragedia».
Appena 10 giorni fa, il portavoce di Conte era finito nell’occhio del ciclone per un altro audio, sempre inviato via WhatsApp, nel quale ventilava una “mega vendetta” nei confronti dei funzionari del ministero dell’Economia, qualora non avessero trovato le coperture per il reddito di cittadinanza. In quell’occasione, però, da più parti è stato avanzato il sospetto che la diffusione dell’audio fosse stata in realtà una mossa voluta per mettere pressione sui tecnici del ministero vista dell’approvazione del Def.