Lunga lettera del primo cittadino alla sua comunità dopo la revoca del divieto di dimora: «Trasparenza e legalità sono state sempre la mia bussola, ora si riparte»
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Una lunga lettera ai cittadini e alla sua Cariati in cui da oggi tornerà a fare il sindaco. È quella scritta da Filomena Greco dopo la revoca del divieto di dimora, misura scaturita nell'ambito di un'operazione della Procura di Castrovillari che vide coinvolto il primo cittadino.
La lettera
«Carissime concittadine e carissimi concittadini, amici e simpatizzanti di tutto il territorio, mia amatissima Cariati.
Da domani, lunedì 22 giugno, primo giorno dopo l’apertura ufficiale di questa particolare estate 2020 dopo l’emergenza pandemica, sarò di nuovo nella mia terra ed in mezzo alla mia gente. Questa è sicuramente la cosa per me più importante e che mi rende felice e commossa.
E da domani rientrerò anche nel pieno esercizio delle mie funzioni di Sindaco alla guida dell’Amministrazione Comunale che i cittadini hanno democraticamente scelto più di una volta al governo della Città. Sono felice e commossa, è vero e lo ripeto.
E lo sono nonostante non abbia ancora capito per quale motivo sia stata tenuta forzatamente lontana per tutto questo tempo dalla mia comunità, dai miei affetti, dalla mia vita quotidiana e soprattutto dai mille progetti di rinnovamento, di crescita e di sviluppo che tutti insieme avevamo immaginato, condiviso ed avviato.
Progetti, speranze e sogni che non solo non ho mai messo nel cassetto ma che anzi si sono arricchiti ed impreziositi in questo lungo periodo di lontananza nel quale ognuno di voi, sia chi mi ha sostenuto sia chi non lo ha fatto, non mi ha fatto mancare parole di conforto, messaggi di amicizia, suggerimenti di stima, proposte interessanti e visioni di rinascita e bellezza da condividere e mettere a disposizione di tutti, senza alcuna distinzione di parte.
E questa è stata la cosa più bella ed emotivamente più forte che volevo confessarvi. Per questo ringrazio davvero tutti, tutta la cittadinanza, tutte le donne e tutti gli amici nel territorio, nella regione e nel Paese che, in un modo o in un altro, non mi hanno mai fatto sentire sola e che mi hanno sempre incoraggiata a credere nella giustizia e nella libertà e ad avere fede. Allo stesso tempo la mia fiducia nel lavoro della magistratura era e resta intatta ed inattaccabile.
E ciò non mi impedisce di ribadire anzi mi convince ancor di più a sottolineare quanto ho già ripetuto in tutte le mie occasioni pubbliche e private: in tutte le diverse declinazioni della mia vita e del mio impegno, che non è stato, non è e non sarà mai soltanto quello di amministratore pubblico, la trasparenza e la legalità sono sempre state l’unica bussola di riferimento, l’unica invalicabile cornice delle mie iniziative e l’orizzonte stesso dei miei sogni.
Ecco perché non riesco proprio e non riuscirò mai ad accettare fino in fondo sia il fatto che un comune ed un’intera comunità siano stati costretti a trascorrere quasi due anni senza quel governo e quindi quel preciso programma amministrativo richiesto e confermato dalla cittadinanza; sia, soprattutto, che ad aver scatenato tutto questo vortice per tanti versi paradossale, assurdo ed ai limiti di tutto siano stati due motivi precisi: da una parte, l’aver cacciato dal comune come sindaco una ditta interdetta per mafia dalla Prefettura di Crotone; dall’altra, l’attenzione alla vera e grande emergenza di questo territorio e cioè la violazione intollerabile, scientifica e continuativa del fondamentale diritto alla salute di tutti.
Ma il fatto che oggi io sia qui a riavviare un confronto diretto con la mia gente rappresenta di per se’ la presa d’atto, personale e mi auguro collettiva, del fatto che siamo finalmente oltre e che l’unica preoccupazione che oggi deve interessarci, 24h su 24, senza se e senza ma, è sia quella della ricerca di soluzioni ai tanti problemi locali ereditati ed incancrenitesi, sia quella della costruzione condivisa di occasioni di ripresa e di rilancio di Cariati e del territorio senza il quale, ogni comune, piccolo o grande, è destinato ad isolarsi.
È inutile nasconderci e non ci è mai interessato farlo: sappiamo tutti che la situazione politico-amministrativa cittadina è oggettivamente complicata, aggravata in più aspetti proprio dal fatto che, pur in assenza di nostre responsabilità, di fatto non è stato possibile governare fino ad oggi, così come avevamo promesso nel patto sociale, elettorale ed amministrativo stretto con il popolo di Cariati.
La Nazione intera sta tentando in queste settimane di rialzarsi, in tutte le sue articolazioni, dopo i peggiori mesi di emergenza mai vissuta dal Dopoguerra e le cui conseguenze dirette e tragiche, tanto sugli individui e sulle famiglie, quanto sulle imprese, l’economia e sulla stessa gestione della cosa pubblica non soltanto restano gravi da nord a sud ma probabilmente e purtroppo non si sono ancora del tutto esplicate.
Non è più possibile per nessuno, per il privato quanto il pubblico, neppure solo immaginare di affrontare e risolvere le grandi questioni aperte ricorrendo soltanto agli strumenti di governo fino ad ora sperimentati, tanto dalle famiglie quanto dai comuni – così come si è sforzata di ribadire in questi mesi la stessa Anci in un confronto col Governo nazionale che è stato e resta aperto ed epocale per gli interessi generali in ballo.
E se di fronte alla necessità di affrontare non solo in termini di protezione civile ma anche da un punto di vista sociale e finanziario le conseguenze della serrata, la gestione pubblica del distanziamento interpersonale e l’emergere di nuove povertà e disagi, a sopportare il peso della crisi sono oggi tutti i comuni italiani, anche quelli che non vivevano particolari difficoltà, è fin troppo evidente che a pagare adesso il prezzo più alto saranno, in assenza di una diversa ed auspicata presa in carico da parte del Governo Nazionale, tutte quelle autonomie locali che già ereditavano situazioni critiche.
Ed è questa, purtroppo, piaccia o meno, la fotografia della stragrande maggioranza dei comuni calabresi, di fatto tutti in dissesto al di là della presenza o meno della dichiarazione formale di dissesto o pre-dissesto finanziario.
In questo contesto generale e regionale, riprendere direttamente in mano la guida collegiale della nostra amministrazione comunale vorrà dire occuparsi, ad estate avviata, anzi tutto della corretta e regolare gestione ed erogazione dei servizi essenziali al cittadino ed all’ospite: acqua e rifiuti in primis, anche se grazie all’impegno dell’intera popolazione in termini diraccolta differenziata Cariati resta uno dei pochi comuni che non è stato invaso dalla spazzatura.
Con un imperativo etico e politico che non ci ha mai lasciati in nessun momento e sul quale anzi l’Amministrazione Comunale potrà e dovrà rafforzare se necessario impegno ed iniziative ancora più condivise: ottenere, insieme, la riapertura dell’ospedale pubblico di Cariati e riportare su un piano realmente territoriale tutta la partita dell’emergenza sanitaria della Sibaritide. E su questa battaglia unitaria di giustizia e di civiltà così come sul dover affrontare subito la situazione dei servizi nel nostro comune sento forte l’esigenza di rivolgere col cuore in mano un appello quanto mai sincero a tutte le forze sociali, culturali e politiche di Cariati affinché, oltre il fisiologico gioco delle parti, facciano comunque prevalere in questa fase sentimenti, metodi e visioni di coesione e collaborazione, di confronto e di correttezza dialettica nella ricerca e messa in atto di soluzioni nell’interesse esclusivo dei cariatesi.
Adesso urge prendere contezza della situazione generale e lo farò a partire da domani mattina (lunedì 22 giugno) sia nelle sedi comunali, ufficio per ufficio, confrontandomi con tutti i responsabili e con tutto il personale; sia calendarizzando già dalla prossima settimana una serie di incontri diretti con i cittadini, quartiere per quartiere, su tutto il territorio comunale, nel rispetto scrupoloso ovviamente di tutte le prescrizioni anti-Covid.
Insieme ai cariatesi individueremo le priorità e faccia a faccia con la comunità capiremo e condivideremo le soluzioni da attuare sia rispetto alle emergenze, sia rispetto alle prospettive, senza piangerci addosso, senza alcuno spazio per polemiche, strumentalizzazioni, invettive e campagne d’odio ma con la lucida ed appassionata convinzione che riusciremo a superare tutte le criticità, ragionando solo ed esclusivamente di tutto ciò che può produrre e portare soluzioni.
C’è talmente da fare che tutto il resto non ci interesserà e non inseguiremo nessun tentativo di distrazione dall’unico obiettivo che con i cariatesi difenderemo da qui alla fine naturale e democratica del mandato amministrativo: governare, risolvendo problemi, migliorando il presente ed anticipando il futuro.
Se oggi sono qui, di nuovo assieme a voi, è anche perché voglio continuare a battermi nei prossimi anni per tutto ciò che non andava bene e va risolto e per contribuire a restituire fiducia, speranza ed ottimismo a quanti, e sono la stragrande maggioranza, non hanno mai smesso di pensare che un’alternativa era e resta possibile e che il cambiamento ed il destino della comunità non sta nelle stelle ma nelle nostre mani».