Gli animi si sono accesi poco prima delle 20 nella Federazione bruzia. Le acque del Partito democratico di Cosenza, del resto, risultano agitate anche quando le previsioni non annunciano acquazzoni. Basta un fulmine a ciel sereno a far scoppiare temporali. E da ieri sera sta venendo giù il diluvio. Le liste di Maria Locanto sono sub iudice e non hanno ancora ricevuto l’ok da parte della commissione del Pd cosentino.

L’altro candidato, Antonio Tursi, si è infatti accorto di alcune inesattezze e le ha fatte presenti alla presidente Maria Pia Funaro. La stessa, insieme agli altri membri dell’organo di valutazione Carolina Casalnovo e Pasqualino Santoianni, ha preso atto dell’informativa, firmato il documento, e trasmesso l’incartamento alla commissione regionale e a quella nazionale per la verifica del caso. Nel dettaglio, mancavano alcune date di nascita, i circoli di appartenenza e non era rispettata l’alternanza di genere come previsto dal regolamento. A ciò, si aggiunge il fatto che Giovanni Battista Genova, ex sindaco di Corigliano, e Umberto Federico, hanno dichiarato di non sapere di essere stati inseriti nelle liste a supporto di Locanto. Ma procediamo con ordine riavvolgendo il nastro, tenendo presente le questioni interne si intrecciano inevitabilmente con la corsa alla Presidenza della Provincia di Cosenza. Boccia ha investito Nociti, ma Stasi gareggerà lo stesso.

L’accusa di Tursi e le dichiarazioni di Funaro

A Cosenza Channel, ieri sera nel pieno della tempesta, Tursi ha commentato la vicenda. «Qui il problema non è formale, è politico - ha detto -. L’inesperienza non si è dimostrata alla prima curva, ma addirittura ad un rettilineo che conduceva al congresso. Le strade sono due: si cambierà in corsa il regolamento, oppure fin da subito si prenderà atto che c’è una nuova classe dirigente pronta per la ricostruzione del partito». Funaro ha quindi spiegato di aver preso atto della situazione. «Ho già verificato presso la commissione regionale - ha evidenziato - la posizione assunta da quella nazionale in merito ad un ricorso presentato in Basilicata nel novembre del 2021 che consente di sistemare le cose». Il riferimento è ad un’azione, rigettata dal Nazzareno, da parte del sindaco di Genzano di Lucania Viviana Cervellino.

Locanto rischia liste monche

La documentazione è stata quindi trasmessa a Lamezia Terme che, in una logica di mantenimento delle liste e nel rispetto del regolamento in essere, cercherà di correggere eventuali errori tenendo fede alle delibere della commissione nazionale. Il grattacapo maggiore riguarda l’alternanza di genere. Rimodulando il tutto, qualora le inesattezze venissero certificate, alcuni slot potrebbero restare vacanti a margine delle inevitabili esclusioni. In tal caso Locanto arriverebbe al congresso con delle liste monche.

I nomi di Genova e Federico

Nel frattempo sono divenute pubbliche le posizioni di Giovanni Battista Genova e Umberto Federico. Sono stati informati di quelli che sembrano essere errori materiali: l’inserimento dei loro nomi nelle liste a supporto dell’ex sub-commissario della provincia di Cosenza. «Il tutto è avvenuto a mia insaputa - ha dichiarato il primo -. Ieri ho ricevuto reiterate telefonate a cui non ho risposto per impegni di lavoro. Una volta raggiunto, sono stato informato della situazione. Per me è qualcosa di incredibile, considerato che ho sottoscritto la mozione di Antonio Tursi “Controcorrente” almeno da venti giorni. Se non si porrà rimedio a questa situazione, sono intenzionato ad arrivare fino al segretario nazionale Enrico Letta. È una vicenda intollerabile e che va chiarita nell’immediato».

Il primo cittadino di Luzzi, invece, ha affidato ai social di riferimento una dichiarazione. «Ho appreso, con stupore, di essere stato indicato, senza alcun mio preventivo assenso, come candidato del collegio sub provinciale “Destra Crati" per il congresso provinciale del Partito Democratico - ha scritto -. Ribadisco la mia indisponibilità a ricoprire, in questa fase, ruoli dirigenziali all'interno del partito, tant'è che nelle scorse settimane avevo già declinato l'invito a far parte dell'assemblea regionale. Dopo il mio contributo al Partito Democratico come candidato alle scorse elezioni regionali, in questa fase non ho alcuna intenzione di ricoprire ruoli nei quadri del partito, ma preferisco continuare a dare il mio apporto da semplice militante e tesserato».