Dopo il voto di fiducia al Governo Draghi di ieri in Senato, il M5S è in subbuglio per il voto contrario di 15 senatori di cui 4 calabresi. Il capo politico Vito Crimi, confermato nella sua legittimazione sempre ieri dal Garante del Movimento, Beppe Grillo, ha annunciato l’espulsione dei dissidenti e la “patata bollente” è passata in mano all’organo nazionale deputato ad occuparsene da Statuto, il collegio dei probiviri. “Il collegio dei probiviri è un organo di garanzia del MoVimento 5 Stelle – si legge sul blogdelle stelle – previsto dal regolamento approvato online dalla stragrande maggioranza degli iscritti, che ha facoltà di disporre la sospensione cautelare dell’iscritto e decide in merito alle sanzioni disciplinari e alle espulsioni“. 

Oggi l’organismo è formato dalla ex ministra per la funzione pubblica Fabiana Dadone, dal consigliere regionale del Veneto Jacopo Berti e dalla consigliera comunale di Villorba, piccolo comune in provincia di Treviso, Raffaella Andreola. Quest’ultima, sentita in esclusiva per LaCNews24, spiega con dovizia di dettagli l’orientamento e le proposte che porterà in seno al massimo giudice interno dei grillini.

Congelare le espulsioni

«Alla luce -dice Andreola - delle risultanze delle votazioni su piattaforma Rousseau e all’approvazione e conseguente entrata in vigore del nuovo Statuto, in qualità io di membro, 1 su 3, del collegio dei probiviri, in un’ottica di leale e piena collaborazione con tutti gli iscritti al Movimento mi impegno io attualmente a svolgere le funzioni a me attribuite favorendo in questo preciso frangente la nuova costituzione del nuovo comitato direttivo che è organo attualmente vacante. Tengo sempre a precisare che il collegio dei probiviri si esprime all’unanimità dei propri membri su ogni provvedimento. Ritengo, quindi, opportuno sospendere in questo momento tutte le attività di ordinaria competenza e spettanza del collegio quali richiami, sospensioni ed espulsioni degli iscritti e portavoce del Movimento in attesa che vengano ricostituiti, secondo il mio punto di vista, in maniera completa nel pieno dello svolgimento delle funzioni, oltre che nel rispetto dei contrappesi associativi di tutti gli organi del M5S».

La “cacciata” di Paragone sul No alla fiducia a Conte

Sul precedente di Gianluigi Paragone che è stato espulso non avendo votato la fiducia al Conte bis, la probivira Andreola afferma: «ognuno all’interno del collegio esprime il proprio parere e poi a fine votazione si esprime il provvedimento. Non posso entrare nel merito del provvedimento di Paragone, posso solo dirle che il collegio così aveva deciso»

L’attacco a Crimi: «Il capo politico non è operativo»

Beppe Grillo ha confermato come capo politico Vito Crimi fino alla costituzione dei nuovi organi esecutivi nazionali previsti dalle modifiche dello Statuto votate proprio ieri. Sul punto Raffaella Andreola è molto critica: «Secondo il mio punto di vista è tutto al momento congelato in vista del nuovo comitato direttivo. Sempre dal mio punto di vista anche il capo politico non è a tutti gli effetti operativo. Mi giunge voce che il Garante Beppe Grillo ha sentenziato diversamente in un post nella nottata così ha sentenziato quindi non posso che rimettermi alle sue decisioni. Io parlo per il collegio e non per il Garante. Inoltre, in un’ottica di nuova costituzione di organi penso che sia necessario un rinnovo del collegio dello stesso collegio dei probiviri»

Il “quasi” espulso Morra si candida a governare il M5S

Intanto il Presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, che stamattina si era detto “scosso” per l’apertura di un procedimento di espulsione dal M5S a suo carico a seguito del No a Mario Draghi, si candida insieme alla ex ministra per il sud Barbara Lezzi a componente del nuovo comitato direttivo del M5S, un organo di governo collegiale (formato da 5 membri) che sostituirà la figura del capo politico. «Non mi è arrivata nessuna mail sulla procedura di espulsione. Sono sereno. Ho già proposto la mia candidatura al prossimo comitato direttivo. Mi sento M5S nel sangue» ha dichiarato il senatore cosentino, la cui poltrona al massimo organo antimafia, per volere dei vertici pentastellati, continua a vacillare.