Non si sblocca il corto circuito istituzionale in cui è precipitato il Consiglio regionale. La Conferenza dei Capigruppo convocata dal presidente Domenico Tallini non ha prodotto alcun risultato e anzi ha amplificato lo scontro tra maggioranza e opposizione in relazione alle Commissioni permanenti che ancora non sono operative dopo cinque mesi dall’inizio della legislatura.

Ancora a porte chiuse

E così la seduta dell’Assemblea convocata per lunedì prossimo rischia di trasformarsi in un ennesimo flop al quale però i giornalisti non potranno assistere se non attraverso la diretta streaming. La seduta ancora una volta sarà a porte chiuse per effetto delle misure di contenimento del contagio da Covid. Gli Uffici sono stati perentori sul punto in quanto rendere aperta la seduta al pubblico vorrebbe dire creare assembramenti. In buona sostanza Jole Santelli ha riaperto le discoteche, ma non palazzo Campanella.

Dopo l’ennesima forzatura della maggioranza che vuole tenere per sé tutte le presidenze di Commissione, compresa quella di Vigilanza che spetterebbe per prassi alle opposizioni, il centrosinistra sta valutando il da farsi e non è escluso che si decida nuovamente di non prendere parte ai lavori o quantomeno di non partecipare alla votazione relativa ai soli vicepresidenti che sarà ripetuta per come stabilito in Conferenza dei capigruppo. I presidenti dei partiti di opposizione hanno inoltre intenzione di coinvolgere il Ministero per gli Affari Regionali segnalando le tante anomalie che hanno caratterizzato l’avvio della legislatura.

Flora Sculco bacchetta l'opposizione

Ma non mancherà, però, il da fare per i vertici del Pd e dei Dp anche sul fronte interno dopo la presa di posizione di Flora Sculco che conferma di non volersi dimettere dalla Commissione Bilancio

«Non mi sono dimessa perché ritengo che la gestione dell’intera vicenda sia stata completamente sbagliata – afferma Flora Sculco - intanto la maggioranza avrebbe dovuto concedere alla minoranza la presidenza della Commissione Vigilanza così come avviene per prassi. È stata offerta alla minoranza la guida della Commissione antindrangheta che ritengo sia un ruolo molto prestigioso, ma è stata respinta dalla minoranza sbagliando così come ho avuto modo di spiegare ai miei colleghi. Si è deciso così di disertare l’Aula contravvenendo ad un dovere istituzionale che è quello di partecipare ai lavori dell’Assemblea e consentire l’elezione dei presidenti e vicepresidenti delle Commissioni e consentire al Consiglio regionale di iniziare il lavoro. Non mi dimetto – dice ancora - perché se me lo hanno richiesto forse ci sono le mire di qualcuno, e questi giochetti non mi piacciono. Sono stata eletta in Consiglio vicepresidente di questa importantissima Commissione e manterrò il ruolo che la maggioranza ha voluto assegnarmi».

I capigruppo dimenticano la parità di genere

Flora Sculco rincara poi la dose chiedendo lumi sul mancato inserimento all’odg della riforma della legge elettorale in conformità ai principi della parità di genere ed esprime tutta la sua indignazione.

«Esprimo la mia indignazione perché nella Conferenza dei capigruppo avrebbero dovuto discutere per inserire la mia proposta relativa all’introduzione della doppia preferenza di genere. Avevo inviato una mail istituzionale al presidente Mimmo Tallini, ma di questo argomento non si è parlato. Non è accettabile, perché i tempi sono più che maturi non soltanto in relazione al recente ricorso al Tar che è stato proposto, ma anche alla luce delle recentissime riunioni del Consiglio dei ministri che imporrà alle Regioni che a settembre andranno alle urne di votare con questo meccanismo di voto. Penso – conclude Flora Sculco - che la Calabria ancora una volta si mostri in grave ritardo rispetto alle altre Regioni italiane e soprattutto nei confronto di un sentimento ormai radicato nei cittadini calabresi».