Torna a riunirsi il gruppo prima dei lavori del Consiglio regionale. Ribadita la fiducia a Oliverio ma la tensione per il commissariamento è alle stelle e tra i corridoi si vocifera di assenze pesanti al vertice in programma giovedì con il reggente temporaneo del partito
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L’ordine è chiaro: tutto fili liscio fino almeno fino al congresso nazionale del 3 marzo. Il governatore Mario Oliverio che non ha chiesto l’autorizzazione al Tribunale per prendere parte ai lavori del Consiglio regionale, anche perché sarà a Roma per altri impegni istituzionali, ha lasciato precise istruzioni.
Le aveva già spiegate ai suoi che singolarmente, e a gruppi, sono andati a trovarlo a San Giovanni in Fiore e le ha fatte ripetere al capogruppo Sebi Romeo che, dopo lunghissimo periodo, è tornato a riunire il gruppo del Pd prima dell’inizio dei lavori dell’Aula.
Una riunione che ha visto la partecipazione anche degli autosospesi Mimmo Bevacqua e Carlo Guccione, ma non quella di Enzo Ciconte, unico assente di giornata.
Il senso è questo: serve il massimo della compattezza per resistere alle spallate che arriveranno dal centrodestra e dai Cinque Stelle e un appoggio al governatore Oliverio che spera di poter essere presto fuori dai suoi guai giudiziari.
Una linea che ha trovato accoglimento in generale a patto che venga riconosciuto maggiore peso al Consiglio e ai consiglieri, anche se nessuno ha nominato la parola rimpasto, e che ci possano essere i maggiori margini di trattativa per la compilazione delle liste di europee e regionali.
A rischio il vertice con il commissario?
E poi la compattezza serve anche per affrontare il congresso e il futuro commissariamento. Il gruppo regionale del Pd è praticamente in modo bulgaro a sostegno di Nicola Zingaretti, a parte il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e di Mimmetto Battaglia che sostengono la mozione di Maurizio Martina. L’idea è quella di consentire a Zingaretti una ampia vittoria anche in Calabria in modo che il commissariamento affidato, tra mille polemiche, a Stefano Graziano, possa essere il più breve possibile e la Regione possa votare presto il nuovo segretario.
Ma la tensione esplosa dopo la nomina del commissario, voluta fortemente da Matteo Orfini e Luca Lotti, non è per nulla sopita. E il tam tam dei corridoi del palazzo fa suonare un campanello d’allarme in vista della riunione convocata da Graziano per il prossimo 24 gennaio: potrebbero esserci molti assenti. Tanto che qualcuno comincia a ipotizzare un rinvio dell’incontro.
Di nuovo assente Russo
Nel frattempo la giunta, nuovamente priva non solo di Mario Oliverio ma anche di Francesco Russo, ha incassato una seduta liscia come l’olio che ha evaso in breve tempo i pochi punti all’ordine del giorno.
In rapida sequenza sono state approvate le proposte di legge inserite all’ordine del giorno: la legge a tutela degli alberi monumentali e della flora autoctona a firma di Mimmo Bevacqua, le nuove norme in materia di distretti turistici a firma di Michele Mirabello, le disposizioni per la partecipazione dei dirigenti regionali ai lavori delle Commissioni di Franco Sergio e le norme sulla lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricole a firma di Giuseppe Aieta. Approvato anche l’ordine del giorno sulla Zes approntato da Giuseppe Pedà.
Ato rifiuti, i comuni possono delegare la Regione fino a dicembre 2019
In coda alla seduta, infine, inserita la proposta di iniziativa della giunta in ordine a disposizioni transitorie per la gestione del servizio del trattamento dei rifiuti, sulle quali ha relazionato l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo.
Sul punto si è aperto un dibattito in Aula anche in seguito all’intervento di Carlo Guccione che ha evidenziato il rischio di scaricare sui Comuni un peso ingestibile e sulla paventata possibilità dell’apertura di nuove discariche «in contrasto con il piano “discariche zero” di cui la giunta ha sempre parlato».
In sostanza la norma non prevede una ulteriore proroga per l’avvio degli Ato, ma la possibilità che i Comuni, pur rimanendo titolari degli impianti, possano chiedere l’affiancamento della Regione affidandole la gestione dei contratti. Ciò, al massimo, fino a dicembre del 2019.
«Questa volta non si tratta di una proroga – ha spiegato l’assessore Rizzo rispondendo anche alle sollecitazioni del consigliere Gianluca Gallo - ma qualcosa di molto diverso: si dà una mano ai Comuni che non sono in grado di andare avanti da soli per un periodo limitato di tempo. Ad esempio l’Ato di Catanzaro ha chiesto la delega solo per tre mesi, mentre Crotone ha annunciato che la userà per sei o nove mesi. Abbiamo sentito il dovere di ascoltare le necessità dei territori. In ogni caso - ha spiegato ancora Antonella Rizzo – chiediamo però ai Comuni di assicurare però il flusso di cassa per garantire il pagamento dei gestori».
Riccardo Tripepi