Il parlamentare si è espresso in maniera contraria rispetto al suo gruppo per 198 volte (ma mai su temi chiave): è sul podio del dissenso assieme a Comaroli (Lega) e Franceschini (Pd). Le scelte degli altri calabresi: Ferro e Roccella fedelissime alla linea di Fratelli d’Italia
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Sarà una forma di ripicca per i suoi emendamenti bocciati (come quello per la stabilizzazione dei tirocinanti o sui tagli ai fondi del Pnrr per la Sanità) o forse l’anelito di autonomia di chi si trova stretto tra le maglie dell’obbedienza parlamentare.
Com’è come non è, Francesco Cannizzaro – uno dei pasdaran tra i berluscones calabresi – è finito sul podio dei deputati ribelli. La rilevazione di Openpolis svela che il deputato di Forza Italia ha espresso 198 voti in dissenso rispetto al proprio gruppo, nonostante alla Camera ricopra il ruolo di vicepresidente di Fi alla Camera. Nel dettaglio i voti ribelli sono arrivati per 94 volte sugli Ordini del giorno, 66 su emendamenti e il resto su altre consultazioni non finali.
Più ribelle di Cannizzaro soltanto la deputata della Lega Silvana Comaroli, eletta in Lombardia e inarrivabile con le sue 433 votazioni in dissenso rispetto alla linea del gruppo. A un’incollatura dal parlamentare reggino - che è anche il segretario regionale azzurro - c’è l’ex ministro Dario Franceschini, che si è espresso diversamente dal gruppo in 193 occasioni e quasi sempre su emendamenti. Anche il suo è un caso particolare: è un dirigente storico del Pd che peraltro, nell’ultimo congresso, si è schierato a favore della segretaria attuale.
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Il podio fa rumore ma nei tre casi da record «il dissenso – chiarisce Openpolis in un approfondimento sul tema – non riguarda mai voti particolarmente importanti, come i voti finali o, a maggior ragione, quelli di fiducia. Anche per questo il numero complessivo di voti ribelli ha valore fino a un certo punto». Di certo il contrasto per Cannizzaro è stridente: massima attenzione sul territorio, dove ha reclutato decine di amministratori per accrescere il contingente forzista, e poi tante divergenze (seppure non su temi e in momenti decisivi) in Aula.
Ferro e Roccella fedeli alla linea di Fdi
Tra i calabresi nessuno si avvicina a Cannizzaro: dopo il forzista, il più in controtendenza rispetto al suo gruppo è il leghista Domenico Furgiuele che ha votato in maniera ribelle per 41 volte su più di 5.700, percentuale comunque molto bassa. Fedelissime alla linea sia Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno, che la ministra Eugenia Roccella. Entrambe di Fratelli d’Italia, entrambe sempre allineate con zero voti in disaccordo. Caratteristica comune tra i meloniani: i parlamentari Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani hanno collezionato rispettivamente 5 e 6 voti ribelli. Sei “ribellioni” anche per Tilde Minasi (Lega) e Mario Occhiuto (Forza Italia).
La media dei voti in dissenso
Attualmente, in media, ogni parlamentare ha espresso 26,4 volte un voto in dissenso con il proprio gruppo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare (visti i numeri più ridotti della maggioranza al senato) è a palazzo Madama che sono stati espressi più voti in dissenso.
Qui infatti, in media, ogni senatore si è espresso 33,8 volte diversamente rispetto alla linea del gruppo, mentre alla camera il dato si ferma a 22,3.
In ogni caso si tratta di dati piuttosto bassi considerando che le votazioni, tra Camera e Senato, superano le 11.300. Si può dire dunque che in media si contano 1,4 voti ribelli per votazione.
I voti ribelli per i parlamentari eletti in Calabria
Giovanni Arruzzolo (Forza Italia): 26 voti ribelli su 3.825;
Vittoria Baldino (M5S): 9 voti ribelli su 2.390;
Francesco Cannizzaro (Fi): 198 voti ribelli su 3.461;
Wanda Ferro (Fdi): 0 voti ribelli su 689;
Domenico Furgiuele (Lega): 41 voti ribelli su 5.740;
Giuseppe Mangialavori (Fi): 17 voti ribelli su 661;
Anna Laura Orrico (M5S): 23 voti ribelli su 5.710;
Nico Stumpo (Pd): 27 voti ribelli su 3.778;
Riccardo Tucci (M5S): 13 voti ribelli su 4.288;
Elisa Scutellà (M5S): 18 voti su 3.622;
Nicola Irto (Pd): 13 voti ribelli su 4.030;
Tilde Minasi (Lega): 6 voti ribelli su 4.111;
Fausto Orsomarso (Fdi): 5 voti ribelli su 4.220;
Alfredo Antoniozzi (Fdi): 22 voti ribelli su 5.717;
Eugenia Maria Roccella (Fdi): 0 voti ribelli su 362;
Simona Loizzo (Lega): 21 voti ribelli su 5.148;
Ernesto Rapani (Fdi): 6 voti ribelli su 4.155;
Mario Occhiuto (Fi): 8 voti ribelli su 3.264;
Roberto Scarpinato (M5S): 22 voti ribelli su 2.374.