Nel documento approvato in commissione Bilancio una serie fondi legati alla Valle del Gallico, Roccella Jazz e università di Reggio Calabria. Le accuse a lui e Mangialavori, ma per Vibo non è stato previsto nemmeno un euro
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Il più veloce, e il più furbo, è sempre lui. Cannizzaro Francesco detto Ciccio, 40 anni da Reggio Calabria. Uno che ha scalato velocissimamente tutti i gradini della politica che conta, partendo dal piccolo comune di Santo Stefano d’Aspromonte fino a diventare l’uomo forte di Forza Italia non solo in Calabria, ma a quanto pare anche a Roma a furia di elenchi stile calciomercato di adesioni a Forza Italia e vittorie travolgenti laddove Roberto Occhiuto stenta ad imporsi elettoralmente a livello locale.
La sua ultima impresa è l’all in che ha fatto in commissione bilancio sulla Manovra. Mentre gli altri deputati di maggioranza vanno in giro a spiegare che di soldi ce ne sono pochini, lui è riuscito a strappare in manovra 50mila euro per «la realizzazione della manifestazione Deafest 2025», un festival delle tradizioni che riguarda i comuni della Vallata del Gallico. Altri 100mila euro vanno a Roccella Jonica per il festival jazz. Poi 3,8 milioni per la riqualificazione di immobili e il rifacimento di strade nei comuni della Vallata del Gallico e soprattutto altri dieci milioni per la Calabria. Soldi per assumere fino a 70 lavoratori socialmente utili «anche in deroga al piano di fabbisogno del personale e ai vincoli assunzionali».
Non solo. Altri quattro milioni, in tre anni, andranno all’università di Reggio Calabria per acquistare e ristrutturare immobili da destinare alla realizzazione del progetto «Campus universitario del Mediterraneo». Niente male per una manovra lacrime e sangue.
A questo va aggiunto il famoso emendamento, Cannizzaro of course, per la risoluzione della vecchia questione dei tirocinanti. E, se proprio vogliamo esagerare, in molti hanno visto anche la sua manina, lui che tanto si è impegnato per il rilancio del “Tito Minniti”, nell’emendamento alla manovra della Regione Calabria che destina fino a 75 milioni di euro per l’aumento di capitale della Sacal con la prospettiva di arrivare a mille assunzioni nel 2050 all'interno del sistema aeroportuale calabrese.
Insomma Cannizzaro sa sempre quello che fa e lo fa bene. Al punto che anche i suoi colleghi si sono un po’ indispettiti per quelle che definiscono le “mancette” presenti in manovra e tutte concentrate nel territorio di Reggio Calabria e provincia.
Repubblica riporta di chat infuocate in cui almeno quattro deputati muovono accuse al gruppo dei calabresi. Accuse nelle quali viene coinvolto anche il presidente della commissione Bilancio, Giuseppe Mangialavori, anche se il medico non è riuscito a spuntare nemmeno un euro per il vibonese.
Così fan tutti, è la replica del partito. Per vecchia consuetudine chi siede in commissione Bilancio ha da sempre una sua quota da spendere e Cannizzaro è uno che le consuetudini della politica le conosce bene. Ma non è solo questo il problema.
Dietro la protesta di alcuni colleghi c’è anche un punto politico ovvero quello di rischiare di allontanare gli elettori dal Nord in un partito sempre più a trazione meridionalista. Un lusso che Tajani e i suoi non si possono permettere perchè la strategia andrebbe esattamente in direzione opposta. Nel momento in cui il progetto salviniano di una Lega nazionale ha portato ad una incomunicabilità fra il Carroccio e i suoi vecchi elettori del Nord, gli Azzurri avrebbero dovuto approfittarne conquistando quote di mercato politico.
Difficilmente lo si potrà fare con i fondi alla Calabria. Cannizzaro però non se ne cruccia e forse ha già pronto un nuovo elenco di adesioni al partito Azzurro.