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“Un fallimento totale”. Così il consigliere regionale della Casa delle Libertà Francesco Cannizzaro ha definito i primi due anni e mezzo della legislatura targata Oliverio. Cannizzaro, che riveste anche il ruolo di commissario provinciale di Forza Italia a Reggio Calabria, ha convocato i cronisti alla sala Giuditta Levato di palazzo Campanella per tracciare una sorta di bilancio di metà legislatura.
Tra le criticità maggiori, Cannizzaro ha messo in evidenza la delegittimazione continua del ruolo del Consiglio regionale che si è registrata in questa prima fase di governo. “Non esiste dialogo tra il governatore Mario Oliverio e il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. Più in generale – ha proseguito Cannizzaro – non esiste dialogo tra la giunta regionale e l’assemblea legislativa. La maggioranza è spaccata, in Aula manca spesso il numero legale e a palazzo Campanella si respira un brutto clima. I dipendenti sono scoraggiati forse anche per il poco slancio dell’azione di governo e la poca autorevolezza del presidente Irto”. Per Cannizzaro, inoltre, Oliverio e i suoi avrebbero anche pensato per lungo tempo di trasferire il Consiglio regionale da Reggio per renderlo effettivamente un orpello della giunta.
E’ seguita poi una puntuale, e assai critica, ricostruzione di quanto avvenuto in questi primi due anni e mezzo. “La politica del rinvio di Oliverio era stata inaugurata con il varo della prima Giunta, dopo tre mesi dalle elezioni del novembre 2014, ben presto spazzata via per errori politici e per gli esiti di alcune inchieste giudiziarie. Ma lasciamo stare l'azione della magistratura - ha detto ancora Cannizzaro - e valutiamo l'operato della maggioranza e della sua incapacità a promuovere, una che fosse una, iniziativa utile per la Calabria: aumenta l’emigrazione sanitaria e Oliverio litiga con Scura; i fondi Por non si capisce che strade prendano, tranne che quella della restituzione per incapacità e incongruità di spesa. Ed ancora: il fallimento della piattaforma Sismi.Ca, voluta dall’assessore Musmanno, e tradottasi in una trappola informatica per comuni e professionisti; la grande partita di Gioia Tauro, impantanatasi nei corridoi dei ministeri romani senza che qui nulla si sappia di certo, a cominciare dal lavoro dei dipendenti di quella infrastruttura. E il disastro si conferma con la mancata erogazione degli aiuti in agricoltura, i fondi congelati per il turismo e la promozione culturale. Tutto questo contrassegnato dalle liti continue e dai riposizionamenti tattici dei vari consiglieri di maggioranza, che lavorano per salvaguardare la prossima elezione”. Ovviamente non sono mancate le stoccare sulla gestione fallimentare dei trasporti con il dito puntato in particolare contro la fase di stallo che vive il sistema aeroportuale calabrese.
Riccardo Tripepi