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Cambia il Codice antimafia e a Reggio Calabria esulta l’Amministrazione comunale. All’interno delle modifiche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 novembre trova accoglimento la tesi che fu fatta propria dal Consiglio comunale appena un anno fa. La città era scossa dalle ultime interdittive antimafia che avevano messo i sigilli a imprese storiche che offrivano preziosi servizi ai reggini, causando notevoli danni anche dal punto di vista occupazionale.
All’epoca il Consiglio comunale approvò, all’unanimità, un ordine del giorno approntato dal vicesindaco Mauro con la collaborazione dell’assessore alla Legalità Muraca per chiedere l’intervento del legislatore. L’obiettivo era quello di conciliare l’attività di prevenzione e di indagine su imprese a rischio infiltrazione con la necessità di non bloccare servizi fondamentali per una comunità e non provocare la perdita di posti di lavoro.
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Il suggerimento ripreso in Parlamento dal Pd ha portato all’inserimento nel Codice antimafia di una nuova norma che regola le interdittive. In particolare si prevede che le imprese raggiunte da interdittiva che procedano ad impugnare il provvedimento abbiano la possibilità di richiedere l’Amministrazione Giudiziaria in maniera tale da non dover interrompere l’attività nell’attesa dell’esito finale del giudizio. Una norma che potrebbe fare in modo di tutelare la fragile economia del Meridione e delle città calabresi senza dover per questo dover rinunciare alla lotta alle infiltrazioni malavitose.
Riccardo Tripepi